Zaia, sì al rinvio delle elezioni regionali al 2026. Ma Forza Italia è contraria
Fa discutere la proposta di Salvini di prorogare di sei mesi le consiliature nelle Regioni che nel 2020 votarono in autunno causa Covid
Come per i Comuni, anche le Regioni che avevano prorogato il voto nel settembre 2020 potrebbero veder slittare la loro scadenza alla primavera del 2026, allineando così il ricorso alle urne. Il segretario della Lega Matteo Salvini lo aveva auspicato domenica, durante il congresso della Lega Lombarda a Milano, adducendo una sorta di "motivazione olimpica": "Ho proposto al tavolo di centrodestra - ha annunciato - di spostare le regionali di autunno 2025 in primavera 2026. E mi sembrerebbe giusto che Luca Zaia potesse accendere la fiaccola olimpica nel 2026". "Le Olimpiadi - ha aggiunto dal palco Salvini - le ha volute solo la Lega, con 3 miliardi di spettatori che guarderanno le montagne lombarde e venete. Chi ha portato a casa le Olimpiadi? La Lega, e lo abbiamo fatto al governo coi 5Stelle. Vi lascio immaginare le discussioni notturne con Di Maio e a spiegare a Toninelli dove era Livigno, lui pensava di arrivarci in monopattino".
Al di là delle allusioni e delle battute, la prospettiva oggi ha trovato una sponda nel diretto interessato, il presidente del Veneto ma anche il netto rifiuto di Forza Italia contrario ad una misura che proroga di fatto De Luca. "La proposta del segretario della Lega di spostare le elezioni regionali al 2026 regalerebbe sì più tempo a Zaia, ma altrettanto a De Luca - dice Francesco Rubano, deputato e vice coordinatore regionale di Forza Italia in Campania - Ora è chiaro che per Salvini la priorità sia il Veneto e non la Campania, ma noi non voteremo mai in Parlamento questa proposta".
"Immagino che serva un provvedimento di legge - ha detto oggi Zaia - per prorogare la durata della legislatura, non solo della mia Regione ma anche di altre che hanno votato assieme a noi nel settembre 2020". Nel pieno della pandemia le elezioni regionali di quell'anno vennero fatte slittare all'autunno, con specifiche "modalità operative precauzionali e di sicurezza per la raccolta del voto".
Zaia ha aggiunto che senza proroga per le Regioni "si aprirebbe uno scenario particolarissimo: i Comuni vanno al voto nella primavera 2026, e se non si cambiasse nulla la Regione del Veneto in questo caso andrebbe al voto nell'ottobre 2025. Il che vorrebbe dire che avremo doppie spese per la convocazione dei comizi elettorali delle urne, e soprattutto - ha sottolineato - - avremo poi il problema anche dell'affluenza alle urne".
Oltre al Veneto nell'autunno 2020 andarono al rinnovo Campania, Puglia e Liguria; tolta quest'ultima, dove si è votato anticipatamente quest'anno, sarebbero dunque tre le Regioni i cui termini verrebbero posticipati, come per gli oltre 2.000 Comuni per cui il Viminale ha già disposto la prosecuzione della consiliatura alla primavera 2026.
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