A Ferrara la Casa museo di Ludovico Ariosto

La dimora del grande poeta, un tempo casa e luogo di ispirazioni di carta e inchiostro, oggi è un museo dedicato a lui, che l’abitò nel Cinquecento

FERRARA. Dietro alla discreta facciata di mattoni c’è la dimora del grande poeta. Un tempo casa e luogo di ispirazioni di carta e inchiostro, oggi museo dedicato a lui, che l’abitò nel Cinquecento: Ludovico Ariosto. È in questo angolo di Ferrara, costellato di palazzi antichi, che l’autore di “L’Orlando Furioso” trovò sistemazione e soprattutto sollievo dopo che fu costretto ad allontanarsi da Alessandra Benucci, nobildonna fiorentina che gli rubò il cuore.

Tutto accadde nel 1525. Dopo la pubblicazione del capolavoro cavalleresco, Ariosto venne nominato governatore della Garfagnana da Alfonso d’Este e per tre anni visse lontano da Ferrara. Ma una volta tornato nei luoghi a lui cari decise di non abbandonarli mai più. Restò ammaliato da una palazzina in Contrada del Mirasole e decise di acquistarla. Il 30 giugno 1526 davanti al notaio Ercole Pistoia il rogito per l’abitazione e pochi anni dopo anche quello del vicino cortile per farne un giardino appartato e discreto.

Finalmente, dopo i lavori di ristrutturazione, Ariosto andò a vivere nella casa ferrarese con il figlio Virginio e si dedicò alla terza edizione dell’Orlando Furioso con l’aggiunta di sei canti. E sempre lì, il 6 luglio del 1533 morì, aveva 58 anni.

La Casa Museo di Ludovico Ariosto ripercorre oggi la storia umana e creativa del letterato, gli ambienti in cui trascorse la sua vecchiaia e in cui scrisse alcune pagine memorabili del poema cavalleresco.

Sono pochi gli arredi, ma l’edificio modificato da Girolamo da Carpi, seguendo le indicazioni dello scrittore cinquecentesco, riflette tutto il bisogno del letterato di avere una dimora accogliente. Prova ne sono i numerosi camini installati al piano superiore, l’intimità del giardino declinato a orto e le parole affidate alla VII Satira indirizzata all’amico Bonaventura Pistofilo: «Se perché amo sì il nido mi dimandi, io non te lo dirò più volentieri, ch’io soglia al frate i falli miei nefandi». Riflessioni che fanno riferimento alla richiesta di un pagamento mensile di sette scudi, oltre al vitto per tre persone e due cavalli.

«Le sale al piano nobile propongono, grazie a un allestimento curato dai Musei Civici di Arte Antica, una ricostruzione storico evocativa dell’assetto realizzato in occasione delle celebrazioni per i Centenari Ariosteschi del 1875 e del 1933, attraverso cimeli e pregevoli edizioni delle opere del Poeta», sottolinea Giovanni Sassu, storico dell’arte e conservatore del vicino Museo della Cattedrale, ricordando lo sforzo messo in campo dal Comune di Ferrara che ha adibito la piccola casa a museo e sededella Fondazione Giorgio Bassani, ideata per tenere viva la memoria dello scrittore.

«È un vero e proprio tempio della parola che avverte i visitatori della sua bellezza già all’ingresso, dove nei secoli, è stata mantenuta la scritta del primo inquilino, un distico dettato da Dionigi dell’Aquila per Bartolomeo Cavalieri: «La casa è piccola ma adatta a me, pulita, non gravata da canoni e acquistata solo con il mio denaro».

Casa Museo di Ludovico Ariosto
via Ludovico Ariosto  in Contrada del Mirasole, Ferrara
Aperto da martedì a domenica 10-12.30 e 16-18 e in via straordinaria il 6 gennaio 2020
Ingresso libero
(artecultura.fe.it)

 

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