Acqua senza Pfas arriva un milione

VENEZIA. Un milione 200 mila euro per garantire acque potabili non inquinate da sostanze perfluoroalchiliche. È la somma stanziata ieri dalla giunta regionale nella delibera con la quale ha varato i...
VENEZIA. Un milione 200 mila euro per garantire acque potabili non inquinate da sostanze perfluoroalchiliche. È la somma stanziata ieri dalla giunta regionale nella delibera con la quale ha varato i nuovi limiti relativi ai Pfas. Nella nota che accompagna il provvedimento viene precisato che i valori, i più restrittivi d’Europa, sono «provvisori di performance nell’ambito territoriale regionale, fino a diverse e nuove indicazioni da parte delle autorità nazionali e sovranazionali competenti». Una sottolineatura che assume particolare significato dopo lo scontro tra il governo locale e quello nazionale, quest’ultimo contrario a modificare al ribasso i parametri di riferimento in ambito statale.


Ma ecco, nel dettaglio, le quantità massime di Pfas tollerate nelle acque venete alla luce della delibera di ieri mattina: 90 nanogrammi per litro per Pfoa più Pfos (sottotipi della famiglia Pfas); 30 nanogrammi per litro per il Pfos; 300 nanogrammi per litro la somma degli altri Pfas. Questi valori riguardano l’acqua destinata al consumo umano.


Altra cosa sono quelli riferiti all’acqua per usi zootecnici: in tal caso il riferimento è ai parametri indicati dal ministero della Salute con parere del gennaio 2014. E più precisamente: 500 nanogrammi per litro per il Pfoa; 30 ng/l per il Pfos; 500 ng/l gli altri Pfas (somma delle rimanenti 10 sostanze).


I fondi stanziati verranno destinati ai gestori degli acquedotti per il potenziamento dei filtri necessari a garantire il rispetto delle nuove prescrizioni. E proprio per decidere gli interventi da fare nel breve e medio periodo, si è tenuto lunedì un incontro tra la Commissione Ambiente e Salute della Regione e i gestori dei servizi idrici territoriali. A seguito di tale confronto la giunta ha deciso di avviare nell’ambito della zona rossa una serie di interventi finalizzati a sperimentare, nell’arco di sei mesi, le tecnologie di trattamento per ridurre le sostanze inquinanti con l’obiettivo, come precisa la nota della giunta, di perseguire per l’acqua destinata al consumo umano valori di performance per Pfoa più Pfos pari o inferiori a 40 nanogrammi per litro, mantenendo l’obiettivo tendenziale della virtuale assenza delle sostanze.


Gli enti coinvolti sono il Consiglio di Bacino Veronese, il Consiglio di Bacino Valle del Chiampo, il Consiglio di Bacino Bacchiglione e gli enti gestori (Acque Veronesi scarl, Acque del Chiampo spa, Medio Chiampo spa, Acque Vicentine spa, Centro Veneto Servizi spa).


La prima fase comporterà l’aumento dei filtri: l’intervento più importante riguarderà la centrale di Camisano Vicentino, seguiranno poi tutti gli altri adeguamenti. Il piano di intervento è stato messo a punto nell’incontro tra la Commissione guidata dal coordinatore Nicola Dell’Acqua e i referenti dei diversi acquedotti.


I monitoraggi verranno condotti non solo dai gestori dei Servizi Idrici, ma anche dall’Arpav che raccoglierà ed elaborerà tutti i dati con i propri laboratori di analisi.




Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova