Affitti brevi, il Consiglio di Stato stoppa i Comuni

La sentenza boccia la regolamentazione varata dal Comune di Sirmione. A Venezia esultano i proprietari: «Finalmente si è fatta chiarezza». I proprietari: «Per arginare

il turismo di massa basta mettere il ticket d’ingresso»

Marta Artico
Venezia invasa dai turisti. Sulla regolamentazione degli affitti brevi stop del Consiglio di Stato ai Comuni
Venezia invasa dai turisti. Sulla regolamentazione degli affitti brevi stop del Consiglio di Stato ai Comuni

«Il Consiglio di Stato ha messo nero su bianco quello che noi andiamo dicendo da dodici anni, il problema non sono le affittanze brevi, ma le amministrazioni che non sanno gestire il turismo e danno la colpa a noi». Lo dice senza mezzi termini Ondina Giacomin, presidente dell’associazione Abbav – locazioni brevi turistiche, B&B, guest house – sulla scorta della sentenza del Consiglio di Stato che ha messo uno stop ai divieti imposti dai Comuni, bocciando una sentenza del Tar della Lombardia che aveva «erroneamente riconosciuto al Comune di vietare la stipula di contratti di locazione a finalità turistica».

Il ricorso

Un duro colpo per le amministrazioni che stanno provando a regolare il fenomeno degli affetti brevi. La vicenda trae origine dal ricorso della proprietaria di un'immobile a Sirmione che si era vista inibire l'esercizio dell'attività di locazione da un regolamento. Il Comune sul lago di Garda era stato il primo in Italia a dare regole stringenti a chi mette a reddito i propri immobili per affitti brevi.

«L’attività esercitata in forma non imprenditoriale, dunque, non rientra nel raggio d’azione dei poteri di inibizione».

Un colpo alle amministrazioni che, in più parti d’Italia, vedi alla voce Venezia, stanno provando a regolare il fenomeno.

Sentenza che farà scuola

«Quella del Consiglio di Stato è una sentenza che farà scuola: mette nero su bianco che i Comuni non possono imporre limiti arbitrari all’attività degli affitti brevi. È un precedente fondamentale: vogliamo suggerire ai sindaci di Firenze, Bologna, Roma, Venezia di fare marcia indietro, prima di aggravare il danno già causato a cittadini e imprenditori che li hanno votati. Se non lo faranno, ci uniremo in una richiesta formale alla Corte dei Conti per danni erariali».

A dirlo è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di ApartmentsFlorence.

I proprietari

Ondina Giacomin, affila le armi: «Il Consiglio di Stato ha stabilito quello che noi diciamo da 12 anni: tutto quello che si sta facendo per frenare le locazioni brevi, vedi alla voce avvocati, comuni, sindaci, non è legale. La realtà è che le amministrazioni non sono in grado di gestire il turismo e se la prendono con le affittanze che non c’entrano nulla, ma evidentemente è più comodo. Finora l’overtourism è stata colpa delle locazioni, anche se oramai non ci credono neanche più i bambini all’asilo a questa fiaba».

Prosegue: «Noi da tre anni diciamo cosa fare. Volete contenere il turismo di massa? Il contributo di accesso lo portate a 100 euro dando servizi con card, musei, battelli e fine. Dobbiamo fermare il mordi e fuggi di qualche ora e lasciare che vengano le persone che soggiornano a Venezia o nel Comune di Venezia».

Chiarisce: «La legge parla di locazioni con codice fiscale e non partita Iva, ora o vediamo cosa succede. Dopo Pasqua convocherò i legali. Faremo in modo che il comune metta in atto la sentenza».

L’assessore di Sirmione

L’assessore al Turismo, Simone Venturini, è cauto: «Sono situazioni diverse nel senso che Sirmione non ha quell’apertura normativa che ha avuto Venezia. Dopodiché è evidente che la norma è molto complessa ed è per questo che bisogna fare un regolamento fatto bene perché il rischio di fare passi falsi come successo anche a Firenze è dietro l’angolo». —

 

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