Mantoan via dall’Agenas, il dirigente veneto in pole per l’incarico di Ad al Pederzoli
L’ex direttore generale della sanità veneta lascia l’incarico a Roma per andare in pensione: «La struttura di Peschiera è una delle ipotesi, ho molte richieste da tutt’Italia»
Domenico Mantoan si è dimesso da Direttore generale di Agenas. Una notizia secca che, però, ha aperto la strada a chiacchiericci, voci di corridoio, ipotesi. Ufficialmente, il 67enne manager vicentino, direttore tra il 2010 e il 2020 dell'Area Sanità e Sociale della Regione Veneto, ha scelto di andare anticipatamente in pensione per non subire le penalizzazioni introdotte dalla finanziaria 2025 sui coefficienti di calcolo della pensione, ma tra i suoi collaboratori più stretti si sparsa la voce di un malumore per alcune norme della Manovra che, di fatto, limiterebbero il potere di Agenas, l'agenzia nazionale che coordina le aziende sanitarie. Interpellato, Mantoan smentisce: «Nessuna dimissione, sono andato in pensione di vecchiaia a 67 anni. E’ successo a sorpresa perché ho scoperto che i coefficienti pensionistici dal 2025 peggiorano, tutto qui» chiarisce.
Tuttavia, si sa che qualche segno di irritazione e insofferenza nell’Agenas era arrivato con il comma del maxi emendamento alla Finanziaria che, con decreto del ministero della Salute, di concerto con il Mef e sentita la Conferenza delle Regioni, prevede di individuare «un sistema di indicatori di performance dei servizi sanitari regionali».
Lo stesso che l’Agenas ha messo a punto e presentato lo scorso novembre, fortemente voluto da Mantoan stesso. Uno strumento che spesso ha fatto storcere il naso a diversi governatori regionali, dal momento in cui, tramite l’analisi di una grande mole di dati, fa emergere scenari non sempre graditi. Un esempio? Il fatto che alcune strutture con maggiore dotazione di personale abbiano performance peggiori di altre, in cui la carenza di organico è più importante.
Altri due gli emendamenti hanno “indebolito” il ruolo dell’agenzia, affidando all’Istituto Superiore di Sanità il monitoraggio delle “Breast unit” per il trattamento del cancro alla mammella e, ancora, l’Agenas non viene minimamente menzionata nell’attuazione del programma di Hta, il sistema che permette di valutare il rapporto costo-beneficio delle prestazioni sanitarie.
Il tutto avviene proprio quando l’agenzia cerca di rafforzare la sua capacità di controllo e di monitoraggio delle performance sanitarie, motivo per cui per diversi è stato più questo a far dimettere Mantoan, che guidava l’Agenas dal 2020, prima come commissario e poi come Direttore generale. Era stato riconfermato nel ruolo anche dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci dopo il suo insediamento a Lungotevere Ripa.
L’ipotesi veronese
Quale sarà il destino del direttore generale dell’Agenas, una volta lasciato il suo incarico? Mantoan resta vago: «Ho molte offerte in tutta Italia. Adesso sono in ferie. Poi qualcosa farò» dice.
Eppure, da alcuni giorni nei corridoi della politica si fa il suo nome per un ingaggio come amministratore delegato nel prestigioso ospedale privato accreditato Pederzoli, di Peschiera nel Garda veronese. Ipotesi su cui Mantoan non si sbilancia ma che per molti, Ordine dei medici in primis, è molto probabile.
Mentre l’ormai ex direttore di Agenas si trova a valutare diverse opzioni, l’agenzia è di fatto senza testa perché prima delle dimissioni del vicentino, anche il presidente, Enrico Coscioni, aveva dovuto fare un passo indietro, in seguito di una misura cautelare legata a presunte responsabilità mediche. Per nominare il nuovo direttore ci vorrà tempo: la scelta, infatti, deve passare per una intesa tra Stato e Regioni che si preannuncia complessa e che potrebbe portare al commissariamento dell’Agenzia.
Resta, come presidente facente funzioni, l’assessora alla sanità veneta Manuela Lanzarin, per cui si vocifera una stabilizzazione nel suo ruolo di presidente. «Ha tutte le caratteristiche per farlo e me lo auguro per Agenas» commenta Mantoan.
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