Allenatore picchiato alla partitada dirigenti e genitori avversari

L’hanno accerchiato e picchiato selvaggiamente al termine della partita di calcio. Non si tratta di uno scontro tra tifosi fuori da uno stadio di serie A. La violenza è esplosa dopo una partita di calcio giovanile, categoria Juniores, ragazzi tra i 16 e i 21 anni. L’allenatore del Bagnoli-San Siro, Rossano Redi, 42 anni, è stato picchiato da cinque persone: un gruppo composto da alcuni dirigenti del Pozzonovo e da qualche genitore. L’hanno preso a calci e pugni, al volto e alla schiena. Tanto che alla fine il tecnico, che vanta una discreto passato nel mondo del calcio professionista, ha raggiunto il Pronto soccorso per farsi medicare.
E’ accaduto sabato pomeriggio poco dopo le 17, al termine della partita tra le due formazioni giovanili del Bagnoli-San Siro e del Pozzonovo. Il match è terminato con la sconfitta dei padroni di casa del Bagnoli per 2-1. Quando mancavano cinque minuti al fischio finale, Rossano Redi ha richiamato l’attenzione dell’arbitro sul comportamento di un giocatore avversario, che continuava, a suo dire, a offendere e indispettire uno dei suoi ragazzi. Effettivamente l’arbitro ha riscontrato l’atteggiamento scorretto, estraendo il cartellino giallo. Tutto è partito da qui.
«Eravamo davanti agli spogliatoi quando è cominciato un diverbio con l’allenatore del Pozzonovo, Marco Trambaioli - racconta Rossano Redi - improvvisamente si è intromesso un genitore, che ha cominciato a minacciarmi pesantemente. Io ho risposto, invitandolo a calmarsi, ma nel giro di pochi istanti sono stato accerchiato. Valter Milan, che nei referti figura essere massaggino del Pozzonovo, ma che in realtà fa le veci del dirigente, si è scagliato contro di me insieme al genitore e ad altre tre persone. I responsabili della mia squadra invece mi hanno immobilizzato perché non volevano che finisse in rissa. Ma gli aggressori non si sono fermati neppure di fronte a un uomo immobilizzato. Anzi, ne hanno approfittato per colpirmi ancora con maggiore violenza. Ho ricevuto numerosi pugni e graffi in faccia e qualche calcio sulla schiena. Ora non ricordo precisamente tutti coloro che hanno partecipato al pestaggio, ma mi sembra che nella mischia si sia aggiunto anche qualche ragazzino, seguendo l’esempio del padre».
Dopo qualche minuto sembrava che tutto fosse finito, ma nel momento in cui Redi si è allontanato dagli spogliatoi per raggiungere l’auto in parcheggio, è stato nuovamente circondato. E giù ancora pugni, calci e spintoni.
«Sono rimasto sconcertato, oltre che dolorante - sottolinea l’allenatore - dopo essere stato picchiato, sono corso in ospedale a farmi medicare, mentre uno dei genitori dei miei ragazzi è andato a raccontare tutto ai carabinieri di Bagnoli di Sopra. Queste cose non possono accadere a margine di una partita di calcio, tantomeno di calcio giovanile. Io cerco sempre di impartire ai miei ragazzi la tolleranza e la correttezza. Ora sono preoccupato perché tra due settimane ci sarà una nuova partita tra Bagnoli di Sopra e Pozzonovo, stavolta con le “prime squadre”, nel campionato di Prima categoria». Quando è scoppiata la rissa l’arbitro non c’era già più. Ora la società del Bagnoli-San Siro sta valutando se inviare o meno in Federazione una relazione con la descrizione dei fatti. «E’ successo quando il gioco era abbondantemente terminato, tanto che l’arbitro se n’era già andato - dice il presidente del Bagnoli Fabio Albertin - Quindi non so se valga la pena di informare la Federazione». Verrebbe da dire di sì.
Mandate il vostro commento. Cos'è che spinge dirigenti e genitori a un simile comportamento anche nei campionati giovanili? Che provvedimenti si dovrebbero prendere nei loro confronti? Cosa si può fare per riportare tutti alla ragione?
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