Allo Iov pazienti e personale a lezione di Tai Chi e Qi Gong

Lezioni di Tai Chi e Qi Gong nella suggestiva cornice del parco storico dell’Istituto Oncologico Veneto: è l’iniziativa promossa dall’Unità di Psicologia ospedaliera diretta da Alessandra Feltrin e coordinata dalla dottoressa Malihe Shams: è rivolta ai pazienti ma anche al personale sanitario. È bastato un post sul canale Facebook dell’Istituto e nel giro di pochi giorni sono fioccate le adesioni, tanto che il corso è già in overbooking.
«Questo progetto rientra nella più ampia offerta di iniziative che promuoviamo per aiutare i pazienti a ritrovare l’equilibrio fisico e mentale. In particolare Tai Chi e Qi Gong sono tecniche che agiscono a livello di mente e corpo» sottolinea Feltrin, «e hanno quindi questa funzione di riequilibrare e armonizzare processi fisici e mentali stimolando la consapevolezza e la concentrazione. Tra l’altro l’attività fisica in genere è incoraggiata anche come prevenzione ed è dimostrato come contrasti sia il rischio di recidiva che di progressione della malattia».
Il Tai Chi Chuan oltre a essere un’arte marziale è anche una forma di meditazione in movimento, mentre il Qi Gong è un antico metodo terapeutico basato sulla circolazione del Qi, l’energia interna del corpo. Entrambe le discipline sono di origine cinese ed è proprio un maestro cinese a tenere le lezioni allo Iov.
«I movimenti lenti, legati alla respirazione controllata, hanno la funzione di educare al “qui e ora”, all’armonia» rileva la responsabile, «e sono di grande aiuto perché la malattia scardina tutto, fa saltare il paradigma della vita, pone di fronte a un limite. Queste attività aiutano le persone a riprogrammare il proprio benessere. C’è poi un altro aspetto fondamentale» sottolinea Feltrin, «l’oncologo cura la malattia, tuttavia la medicina non insegna a vivere con la malattia e lascia nello sgomento e nello smarrimento. Diventa quindi necessario coltivare il benessere fisico e mentale, il malato non deve occuparsi della malattia ma del suo star bene, superando angoscia, ansia, pensieri tristi che tolgono il sonno e rovinano le giornate».
La scelta di svolgere l’attività nel parco non è casuale: «Oltre a essere una cornice bellissima» conferma Feltrin, «significa portare la cura oltre i muri dell’ospedale, creando un dialogo ideale tra il dentro e il fuori».
A coordinare i corsi di Tai Chi e Qi Gong è la dottoressa Malihe Shams: «L’iniziativa era partita prima del Covid ma con la pandemia siamo stati costretti a interromperla. Ora possiamo riprendere e siamo già in overbooking con le iscrizioni nonostante non abbia ancora distribuito i volantini in Istituto. I pazienti traggono enormi benefici da queste pratiche: vi partecipano uomini, donne, giovani e meno giovani, a tutti gli stadi della malattia. E con loro ci sono care giver, medici e infermieri, perché è anche un modo per rinsaldare i legami». Non solo arti marziali: fra le attività di psicologia complementare lo Iov propone anche training autogeno, mindfulness, scrittura creativa, fotografia, teatro: «Cerchiamo di coinvolgere più persone con attitudini diverse» conferma Shams, «sempre con l’obiettivo di migliorare la qualità di vita e imparare che la persona non si deve mai identificare con la sua malattia».
Il primo appuntamento è per sabato 13 aprile nel parco del “Busonera”: le lezioni si terranno dalle 9 alle 10.30 e proseguiranno per due sabati al mese fino a luglio.
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