Andrea Bocelli in visita a Padova: «Amo questa città»
Il tenore ha preso un caffè con alcuni amici: «Voi avete il Santo più famoso al mondo, ma Galileo è nostro»
Non tutti lo hanno riconosciuto subito. Eppure sabato 4 gennaio, nel primo pomeriggio, seduto in un angolo del Caffè Cavour assieme al figlio Matteo, al chirurgo estetico Carlo Alberto Pallaoro e all’imprenditore Paolo Tramonti, vestito in modo casual era proprio lui: Andrea Bocelli, uno dei tenori più noti al mondo, reduce da una trasferta da Abu Dhabi, dove ha cantato l’Inno di Mameli a bordo della nave Amerigo Vespucci.
Bocelli e Pallaoro si conoscono da qualche tempo e questa non era la prima volta del tenore a Padova. «Mio figlio Niccolò si è laureato in Medicina e durante la redazione della tesi di laurea, ascoltava la Turandot di Puccini interpretata da Bocelli» racconta Carlo Alberto Pallaoro rivelando l’emozione per la presenza del cantante.
«Vengo sempre volentieri in questa bella città» ha detto per conto suo il tenore internazionale sorseggiando un caffè «il Veneto, del resto, mi ricorda i tempi in cui ero molto giovane: a Conegliano, abitava la mia fidanzatina. Mi ha lasciato un bel ricordo e ne parlo sempre volentieri».
Ma Bocelli ha parlato anche di Sant’Antonio, definendolo il santo più popolare nel mondo. Tuttavia, discorrendo sui nomi che hanno reso Padova celebre nel mondo, come Giotto e di Galileo, ha chiarito: «Va bene per Sant’Antonio, ma devo ricordare che il grande scienziato è un pisano purosangue e che è rimasto in città solo alcuni anni» ha osservato «non solo è nato e cresciuto in Toscana, ma è proprio lì che ha fatto le scoperte scientifiche più importanti che, poi, sono state divulgate ed apprezzate in tutto il mondo». —
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