Droni e scanner termici per ritrovare cani e gatti rapiti

Nicolò Simioni ha fondato l’Agenzia gruppo salva animali, la prima d’Europa specializzata nella ricerca aerea, con l’impiego di fotocamere termiche, cardiofrequenzimetro, ecoscandaglio

Giacomo Costa
Nicolò Simioni, l'acchiappanimali, fondatore dell'agenzia Ags
Nicolò Simioni, l'acchiappanimali, fondatore dell'agenzia Ags

Un tempo guardia giurata, oggi “acchiappanimali”.

Ma il lavoro che si è inventato Nicolò Simioni ha poco a che fare con il ciuffo e le camicie hawaiane dell’Ace Ventura di Jim Carrey: la sua giornata tipo assomiglia più a quelle di un Jack Ryan - quello di Alec Baldwin, Harrison Ford o John Krasinski, poco cambia.

Il 32enne, originario di Campodarsego (Padova) ma residente a Mirano, nel 2020 ha fondato l’Agenzia gruppo salva animali, la prima d’Europa specializzata nella ricerca aerea, con l’impiego di fotocamere termiche, cardiofrequenzimetro, ecoscandaglio.

Assieme a lui c’è tutta una squadra che, alla bisogna, setaccia il web, telefona alle forze dell’ordine, chiama i veterinari; esperti capaci di lanciare appelli social che, in due giorni, sfondano il tetto delle sei milioni di visualizzazioni, come è stato nelle scorse ore per Burro, il barboncino toy rubato giovedì in campo San Polo a Venezia e poi intercettato da diverse telecamere della provincia mentre veniva passato di mano in mano.

«Burro non è sterilizzato, significa che può diventare uno “stallone” per la riproduzione», spiega Simioni, «Un cucciolo della sua razza, in allevamento, può venire a costare fino a cinquemila euro, un esemplare venduto illegalmente raggiunge comunque i duemila».

Gli animali sterilizzati hanno sempre mercato, ma quelli in grado di dare vita a nuove cucciolate sono un tesoro per i trafficanti.

 

«Se Burro fosse stato castrato gli avrebbero disattivato o addirittura sostituito il microchip, poi l’avrebbero venduto come cane d’appartamento», insiste il titolare di Ags, ben consapevole di combattere una battaglia su più fronti, compreso quello tecnologico.

«Quando capiamo che il cane o il gatto che cerchiamo non è semplicemente disperso ma è finito in mano a qualcuno attiviamo quello che abbiamo battezzato “piano Soras”: i droni servono a poco, entrano allora in campo i tecnici d’ufficio, chiamiamo centri veterinari, polizia di frontiera, strutture fuori Italia, mettiamo in allerta anche i canali illeciti, per fa sentire braccati i responsabili, che a quel punto possono decidere che non vale la pena rischiare».

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“Soras” è anche un termine televisivo, fa riferimento all’invecchiamento rapido di un personaggio, per Simioni è il monito della necessità di agire in fretta: «Tre le 12 e le 24 ore siamo in grado di mettere in campo tutto: per Burro la richiesta è arrivata alle 11, alle 21 era tutto schierato e avevamo già contattato mezza Europa».

Le domande sono moltissime: «Riceviamo in media sei o sette richieste al giorno, da tutta Italia e non solo: recentemente siamo stati contattati anche da Los Angeles, per rintracciare due cani dispersi nei tremendi incendi della scorsa settimana. Non siamo partiti solo perché, purtroppo, ne hanno ritrovato i resti prima che ci muovessimo».

Il tasso di riuscita di Ags oscilla tra il 75 e l’80 per cento, e il tariffario varia molto, ovviamente dipende anche dal luogo delle ricerche: «Per sei ore, mediamente, chiediamo sui 500 euro, attivando tutti i nostri mezzi. Poi ci sono casi e casi: l’anno scorso siamo stati a Spoleto per venti giorni alla ricerca di Hiro, il gatto di Nino Frassica», ricorda Simioni, «Era un caso simile a quello di Burro: l’animale era stato portato via da un ladro che aveva già diversi precedenti di rapimenti felini. Alla fine, grazie a un lavoro di indagine tra i residenti, siamo riusciti a rintracciarlo e a riportarlo a casa».

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