Arrigo Cipriani: “La Lega ha bisogno di Zaia, con Meloni addio autonomia”

Il patron dello storico Harry’s Bar: “Basta balle da campagna elettorale, Salvini inseguendo i social ha detto tutto e il contrario di tutto”

Dall’inviato a Venezia Francesco Moscatelli
Arrigo Cipriani
Arrigo Cipriani

VENEZIA. «Matteo Salvini è venuto in Veneto a promettere che l’autonomia sarà nell’ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri? Sarebbe bello, ma purtroppo con Giorgia Meloni al governo non avremo mai l’autonomia: Fratelli d’Italia è un partito romanocentrico. Se vince lei ce la dimentichiamo per sempre l’autonomia». Arrigo Cipriani, patron dell’Harry’s Bar di Venezia e icona vivente del Made in Italy gastronomico, non nasconde la sua insofferenza per la campagna elettorale mentre i camerieri gli ronzano intorno servendo i primi Bellini del mattino.

Dottor Cipriani, cosa non le piace della leader di Fratelli d’Italia?

«La vera questione, che però come sempre resta in secondo piano dietro la propaganda, è cosa vuole fare davvero Giorgia Meloni se arriva a Palazzo Chigi. Io credo che si adeguerà ai tempi. Tutto qui. Dopodiché, a novant’anni compiuti, non ne posso davvero più delle balle da campagna elettorale: la fiamma sì, la fiamma no. Ma per piacere».

Sarebbe stato meglio se fosse rimasto Mario Draghi?

«Draghi è un uomo pragmatico, una persona che giustamente gode di un grande prestigio in Europa per come ha gestito la crisi del debito. Oggi però abbiamo anche bisogno di politica vera. Draghi è stato il quarto presidente non eletto dal popolo. Cos’è: dobbiamo fare a meno della democrazia? Sarei felicissimo se tornasse Draghi, questa volta però dovrebbe essere la gente a sceglierlo, non il Capo dello Stato».

Quanto è preoccupato, come imprenditore, per quello che può accadere nei prossimi mesi?

«Vedremo questo autunno se davvero succederanno tutti i cataclismi per cui ci stiamo già fasciando la testa. Quando è scoppiata la Seconda Guerra Mondiale avevo otto anni e me la ricordo bene. Qui all’Harry’s Bar c’erano i fascisti. Oggi mi pare che tutto venga molto drammatizzato inutilmente. Si crea il terrore nelle persone per poi governarle. E l’Unione europea di Ursula von der Leyen è in prima fila in questo gioco al massacro».

Veramente l’aumento del prezzo del gas è realtà. Alcune aziende stanno già chiudendo…

«È vero, ma proprio per questo l’Europa dovrebbe intervenire velocemente facendosi sentire con una voce sola. Invece siamo vittime del veto di Amsterdam, che con la borsa del gas guadagna un sacco di soldi. Un’Europa costruita sul denaro, invece che sulla cultura, non va da nessuna parte».

Cosa pensa delle sanzioni europee alla Russia?

«Le sanzioni sono sacrosante. Putin ha dichiarato guerra all’Europa intera, non solo all’Ucraina. È giusto reagire. Anche se questo ha un prezzo».

Matteo Salvini sostiene che le sanzioni danneggiano l’Europa, e l’Italia in particolare, invece che la Russia. Condivide l’analisi?

«Lasciamo perdere Salvini. Lui parla in base ai trend dei social network. E i social sono la discarica del Paese, l’azzeramento di ogni cultura. Inseguendo il consenso ha detto tutto e il contrario di tutto. Se la Lega crolla la responsabilità è sua. Avrebbero bisogno di uno come Zaia…».

Zaia dice che vuole continuare a fare il governatore del Veneto…

«A Zaia piace stare nel suo mondo, è vero. Ma bisogna considerare che se si muovesse adesso dovrebbe o mettersi al fianco di Salvini o rompere definitivamente con lui. Chi lo capirebbe? Il futuro, però, è di gente come Zaia. Lui è uno che ragiona, che c’è sempre, che è rispettato dai suoi elettori e che è capace di circondarsi di gente capace. Deve solo aspettare il suo momento».

Quale altro politico apprezza?

«Matteo Renzi, uno intelligente che ha saputo andare in giro per il mondo. Lo preferisco a Enrico Letta, che sta facendo una campagna elettorale sbagliata, tutta giocata sull’ideologia e sulla contrapposizione. Ma credo che entrambi paghino il prezzo di non essere troppo simpatici, e anche questo in politica conta».

Ha già deciso per chi voterà?

«Certo che ho deciso. Ma ho troppi clienti per dirglielo». fra. mos.

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