Astrogate, i genietti veneti che progettano come ridurre il rumore delle navi e salvare le balene
La squadra è composta da otto ragazzini ad alto potenziale cognitivo e si allena a Padova: «Ci prepariamo ai campionati mondiali».

Si trovano alla residenza Esu “Colombo”, a Padova, ogni sabato. E anche se dura solo un paio d’ore, è il pomeriggio della settimana che aspettano di più. «Per la compagnia e perché qui possiamo fare quello che più ci piace, liberamente».
Lo dicono con entusiasmo travolgente gli otto ragazzini ad alto potenziale cognitivo, membri della squadra extrascolastica Astrogate FLL 036.
Sono i padovani Michele Torri e Pietro Stomàci, il trevigiano Edoardo Cescon, e i veneziani Leonardo Minazzato, Eleonora e Gianmaria Savio, Ludovico ed Edoardo Bonaldo.
Il team è nato sotto l’egida di Gifted and Talented Education – Italy, la società scientifica padovana che dal 2014 si occupa di questioni relative alla plusdotazione. Ossia alle capacità intellettive fuori dal comune che alcuni bimbi manifestano nella propensione ad uno o più ambiti del sapere. Matematico, logico, letterario.
La Firts Lego League 2025
«Ci prepariamo ai mondiali della First Lego League. Quest’anno il tema riguarda gli oceani», spiegano i ragazzini. Hanno da poco superato le selezioni regionali della competizione a squadre di robotica educativa, aperta a concorrenti tra i 9 e 16 anni.
Nel 2025 i team italiani sono 300, ma in tutto ne gareggiano 60 mila da 110 diversi paesi. Se Astrogate si aggiudica le finali nazionali, in primavera a Genova, rappresenterà l’Italia alla finalissima.
Testano, giocano, sognano
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Con questo obiettivo ambizioso le otto menti non perdono un secondo. Scherzano, costruiscono, immaginano il futuro. «Da grande vorrei insegnare matematica», svela Eleonora. «E io fare il musicista», la segue il fratello Gianmaria. «Io invece diventare ingegnere, come mamma, papà e nonno», fa presente Leonardo.
«Danno il meglio di sé, divertendosi» fa notare coach Alessandro Chemello, al loro fianco con Andrea Borin, Lorenzo Costa e Nicola Bonetto. E aggiunge: «Hanno realizzato da zero un robot per un “robot game” e sviluppato un progetto innovativo che riduce l’inquinamento sonoro causato dalle sale macchina delle navi nell’ambiente marino».
Il gioco di squadra è tutto
Si esercitano attorno a una copia del campo della gara di robotica: un tappeto con un fondale marino disegnato, e delle costruzioni appoggiate sopra. In un gioco di squadra che sembra una danza osservano il loro robottino vestito di mattoncini Lego. Si muove in autonomia per completare più missioni possibili in massimo 2 minuti e mezzo.
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«Segue precise linee di movimento dettate da righe di codice che ho trascritto al suo interno grazie a un linguaggio software chiamato Python», spiega Pietro Stomàci, di Montà. Ha dodici anni, una matematica fuori dall’ordinario e una sfegatata passione per la programmazione, un’attitudine che con Gate-Italy può far fiorire.
Uno studio per proteggere le balene
«Oltre al gioco, si compete con un progetto di ricerca e dimostrando alla giuria di lavorare uniti», spiega Chemello.
Astrogate ha individuato come problema rilevante, nel macrotema marino, il rumore generato dalla sala motori delle navi, causa di grave disorientamento delle balene e di altre specie marine. Come piccoli ricercatori, i talentosi si sono così documenti per sviluppare e progettare un prototipo della soluzione poi stampata in 3D.
Si tratta di un dispositivo rivoluzionario che riduce questi rumori grazie all’interferenza distruttiva, cioè emettendo onde sonore antagoniste. Capace di proteggere gli ecosistemi marini e non compromettere le prestazioni delle imbarcazioni. Soprattutto, di legare i ragazzini. «Ci divertiamo un mondo», dicono, «aspettiamo il sabato con impazienza». —
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