Atlante, ora tocca a Intermobiliare e Apulia

VOLPAGO DEL MONTELLO. Dopo Veneto Banca toccherà alle controllate, a partire da Bim e Banca Apulia. Il fondo Atlante è pronto a piazzare i propri nomi di fiducia ai posti di comando di tutta la galassia che ruota attorno a Montebelluna. Domani si comincia con la capogruppo: l’assemblea convocata a villa Gasparini Loredan di Volpago (ore 11.30) ha due soli punti all’ordine del giorno, ovvero la presa d’atto delle dimissioni in blocco dell’attuale Cda e la nomina del nuovo consiglio targato Atlante e guidato da Beniamino Anselmi. Il fondo salva-banche, poi, penserà a fare altrettanto in Banca Intermobiliare e in Apulia, dove siedono molti nomi legati a questo corso (Stefano Ambrosini è presidente di Bim, Maurizio Benvenuto vice, Pierluigi Bolla amministratore, mentre in Apulia il presidente è lo stesso Benvenuto e nel consiglio ci sono Bolla e Cristiano Carrus).
La vigilia è soft, quasi dimessa. Il passaggio nelle mani di Atlante è un taglio drastico col passato, quasi un salto nel vuoto. I più preoccupati ora sembrano i dipendenti, ansiosi di capire quale e quanto pesante sarà il piano di razionalizzazione e riduzione dei costi messo in campo dalla nuova proprietà. I piccoli soci, invece, sembrano ormai già rassegnati: dall’assemblea non si aspettano nulla, le loro uniche speranze residue sono legate all’azione di responsabilità contro i vecchi vertici e alle cause legali. Previsioni: saranno presenti circa quattrocento azionisti sugli oltre ottantamila a libro. Che motivo hanno di andare in assemblea, in effetti? Sarà la prima, qui a Venegazzù - esclusa la parentesi dello scorso 5 maggio a Marghera - dopo la trasformazione in società per azioni dell’ex Popolare di Asolo e Montebelluna. Nessuna tensostruttura capace di ospitare le passate sei/settemila presenze: basterà e avanzerà la sala interrata della villa, capienza duemila posti. Si starà larghi. La vecchia regola “una testa, un voto” è stata archiviata dalla legge che ha imposto la trasformazione in Spa. Ora i voti si pesano, e dopo l’aumento di capitale da un miliardo di euro c’è Atlante che vale quasi il 97% dell’azionariato e in proporzione del potere decisionale. È il padrone, insomma, e i piccoli soci non possono far altro che atto di presenza: come sono lontani i tempi delle correnti, dei blitz in assemblea, della caccia alle deleghe.
Da domani comanda il fondo guidato dalla Quaestio di Alessandro Penati, e nel nuovo board presieduto da Beniamino Anselmi non ci sarà un solo consigliere d’amministrazione trevigiano né veneto, eccezion fatta per il direttore-traghettatore Cristiano Carrus. Le ultime schermaglie di questa tesa gestione Ambrosini sono legate al fatto che il presidente è all’estero e, al suo posto, a presiedere l’assemblea è chiamato il vice, Giovanni Schiavon. “Sostituzione” non gradita ad Atlante, ma l’ex presidente del tribunale tira dritto e lo ha comunicato ufficialmente via mail ai vertici del fondo. (f.p.)
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