Autostrade, Serenissima e A31 passano agli spagnoli di Abertis

Per un importo di 594 milioni di euro. La vendita era condizionata alla connessione fra Valdastico e il Trentino

PADOVA. Dopo le torri di Wind, Abertis mette un altro sigillo in Italia. Da sempre interessato alle infrastrutture del nostro Paese, il colosso iberico si prende la A4 holding che controlla la Serenissima Brescia-Padova, terza strada a pedaggio per volume di traffico, e la A31 Valdastico.

Il gruppo di Madrid ha concluso con Intesa, Astaldi e la famiglia Tabacchi l'accordo per l'acquisizione delle due società (Re.Consult Infrastrutture e Oldequiter) che controllavano il 51,4% del gruppo industriale italiano i cui asset principali sono appunto le autostrade A4 e A31.

L'acquisto, annunciato lo scorso maggio, si è concluso per un importo complessivo di 594 milioni di euro, che verranno pagati nel 2023.

La chiusura definitiva dell'operazione era subordinata all'appoggio da parte del Governo italiano all'investimento nel progetto di realizzazione di un corridoio stradale di collegamento fra la Valdastico, la Valsugana e la Valle dell'Adige, che comporta un piano di investimenti di importanza strategica per il Paese. Un nodo non di poco conto che ha ricevuto il via libera dal Cipe lo scorso 10 agosto.

Il progetto, suddiviso fra due territori, vedrà il proprio avvio in Veneto nei prossimi mesi mentre, per quanto riguarda il Trentino, il tracciato verrà prossimamente definito dalla collaborazione tra il Governo italiano, le amministrazioni regionali e la compagnia.

Con l'ingresso degli spagnoli cambia pelle anche il board (9 i componenti con 6 espressione di Abertis) dell'A4 holding di cui il nuovo presidente esecutivo è Carlos del Rio. Gli spagnoli consolidano la leadership su scala internazionale nel settore, con più di 8.500 km di autostrade in gestione.

A livello finanziario, l'operazione comporterà il consolidamento di circa 544 milioni di duro di ricavi e di 200 milioni di euro di Ebitda all'anno. Di conseguenza, l'Italia arriverà a rappresentare il 7% del margine operativo lordo complessivo di Abertis. Il gruppo iberico non nasconde ulteriori mire sul nostre Paese. «Siamo aperti» a valutare l'ingresso su altre concessioni in Italia anche se «in linea generale non abbiamo posto attenzione sul qualche progetto specifico», spiega Carlos del Rio. Mentre non ci sarà un ritorno di fiamma con Autostrade (risale al 2006 il tentativo fallito di una fusione). «Non siamo interessati a partecipazioni finanziarie», taglia corto il vice presidente e a.d di Abertis, Francisco Reynés.

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