Bastonato e soffocato con un cuscino Arrestate la fidanzata e un’amica

«Meglio un buon divorzio che un pessimo matrimonio». Poche ore prima di venire ammazzato a bastonate e soffocato con un cuscino Paolo Vaj, 57 anni, originario di Milano, aveva scritto questo post su Facebook. Sembrava se la sentisse che quel tormentato legame con Patrizia Armellin, 52 anni di Vittorio Veneto, nato otto anni fa su Facebook ( seppur mai sigillato formalmente da un matrimonio), era ormai agli sgoccioli. Ma sicuramente non poteva prevedere l’omicidio di cui, di lì a poche ore, sarebbe rimasto vittima. A prenderlo a bastonate e a soffocarlo con un cuscino sono state la sua compagna Patrizia Armellin e l’amica siciliana che da sette mesi viveva con loro sotto lo stesso tetto, Angelica Cormaci di 24 anni. Sono state le due donne a confessarlo: «Ci siano difese da un’aggressione violenta dopo che aveva bevuto», hanno detto ai carabinieri. Ora Patrizia e Angelica sono dietro le sbarre del carcere femminile della Giudecca di Venezia. La procura della Repubblica contesta loro l’accusa di omicidio volontario.
l’allarme nella notte
È alle 2.20 di giovedì notte che al centralino del 112 arriva la telefonata concitata di una donna. A parlare è Angelica Cormaci: «Presto, venite al numero 7 di via Cal dei Romani a Serravalle. C’è un uomo morto. C’è stata una lite». Immediatamente, alcune pattuglie dei carabinieri arrivano in una viuzza stretta che si inerpica sulla collina di Borgo Olarigo. È un centro tranquillo, dove tutti si conoscono, almeno di vista. Ad accogliere i militari dell’Arma della compagnia di Vittorio Veneto sono due donne. Patrizia e Angelica che dall’inizio dell’anno vive a Borgo Olarigo assieme all’amica e al suo compagno. Le due donne hanno i vestiti sporchi di sangue. Accompagnano i carabinieri nella camera da letto dove, disteso, c’è il corpo di Paolo Vaj, compagno della Armellin. Le due donne spiegano di essere stato aggredite e di aver agito “per legittima difesa”. «Era ubriaco ed aggressivo - hanno spiegato - e al culmine della discussione ha tentato di mettere le mani addosso». Addosso a Patrizia, per la precisione, la compagna con la quale da 8 anni, da quando si erano conosciuti su Facebook, aveva stretto un legame sentimentale. Un tira e molla intervallato pure da un matrimonio contratto da Patrizia nel 2014 con un altro uomo, originario di Ancona, naufragato pochi mesi più tardi. Una morte violenta e cruenta quella di Paolo. Ma non per legittima difesa, secondo gli investigatori.
bastonato e soffocato
La scena, nella camera da letto, è agghiacciante. C’è sangue dappertutto, il mobilio è riverso sul pavimento e sul volto della vittima c’è ancora un cuscino. I carabinieri trovano nel pavimento un bastone macchinato di sangue. È quello che serve per tenere chiusi gli scuri in legno delle finestre. Lo sequestrano. Così come il cuscino. Sarà l’autopsia a stabilire se Paolo Vaj è morto per soffocamento o per le lesioni.
L’arresto
Anche Patrizia Armellin e Angelica Cormaci erano leggermente ferite. Per questo sono state portate al pronto soccorso dell’ospedale di Vittorio Veneto. Lì hanno trascorso la notte prima di essere dimesse poco verso mezzogiorno con una prognosi di una settimana circa. Poi sono state portate nella caserma dell’Arma di via Boni. Patrizia Armellin vi è entrata con lo sguardo perso nel vuoto, mentre l’amica Angelica Cormaci, originaria di Lentini, si è preoccupata di coprire il volto con un giornale. Sono state interrogate dal pubblico ministero Davide Romanelli per tre ore e mezza. E dopo che i sanitari del 118 sono arrivati in caserma e hanno somministrato i medicinali di Patrizia Armellin necessita, le due donne sono state portate nel carcere femminile della Giudecca. L’accusa nei loro confronti è, pesante: quella di omicidio volontario. —
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