Boldrin: «Tornare alla lira sarebbe un disastro per l’Italia»

PADOVA. «Fuori dall’euro sarebbe un disastro per l’Italia», avverte Michele Boldrin, capolista di Scelta Europea nel Nordest, ospite del videoforum al mattino di Padova. Vive da 31 anni negli Stati Uniti, dove insegna economia all’università, ma è nato a Padova ed è il coordinatore di Fare per fermare il declino, uno dei tre simboli che compaiono nel cartello elettorale di Scelta europea (gli altri due sono Scelta civica e Centro democratico). A livello europeo stanno con i liberaldemocratici e federalisti che candidano Guy Verhofstadt alla presidenza della Commissione. Da economista ma anche da abile divulgatore, Boldrin spiega in termini pratici perché l’uscita dall’euro sarebbe questa iattura: «Già all’indomani dell’annuncio i risparmiatori italiani, terrorizzati dall’idea di perdere potere di acquisto, porterebbero i loro depositi all’estero e le nostre banche chiuderebbero. Al momento della conversione in lire, crollerebbero pure i salari». Per questo Boldrin attacca Salvini e Grillo ma ne ha anche per Renzi: «I suoi 80 euro in busta paga sono in stile Achille Lauro». Ma soprattutto non provate a dargli del “montiano”: «Con Monti non abbiamo più niente a che fare - sbotta Boldrin - il Professore è stato solo capace di aumentare le tasse». Nel programma per le Europee c’è anche la proposta di un ministro dell’immigrazione della Ue per provare a risolvere l’emergenza profughi. A livello veneto, bocciatura per Zaia («Ha governato malissimo, senza alcun coraggio») mentre c’è un’apertura agli indipendentisti: «Siamo per una vera Costituzione europea e per una Ue federale, in cui potrebbero aprirsi spazi ai territori e alle loro istanze di vera autonomia». Sì, anche a un’autonomia speciale in Italia come quella dell’Alto Adige. E non a caso due movimenti della galassia indipendentista erano ospiti ieri pomeriggio al convegno promosso da Scelta europea al Centro Luciani.
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