Boxxapps: «Ecco come abbiamo trasformato gli enti pubblici»

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Il Covid ha consentito una accelerazione non solo per il mondo delle imprese, ma anche per il settore pubblico. In particolare producendo una vera e propria rivoluzione digitale nel mondo della pubblica amministrazione, che in tempi rapidissimi ha dovuto adeguare sé stessa nei confronti del suo rapporto con il cittadino utente. Un caso da manuale è quello raccontato da Davide Simionato di Boxxapps, azienda veneziana che opera nell’information technology .
Simionato come avete reagito all’arrivo dell’emergenza sanitaria e del conseguente lockdown?
«Siamo un’azienda tecnologica, eroghiamo una serie di servizi It per la pubblica amministrazione. Come azienda dobbiamo garantire determinati standard di fronte al cliente “pubblico” e quindi siamo dotati di svariate certificazioni. Tra queste c’è la cosiddetta business continuity management, sono dei protocolli nati durante l’epidemia di sars in India. Noi cioè siamo abituati a costruire degli schemi, che in caso di eventi destabilizzanti importanti, possano garantire la continuità dei servizi. C’erano varie eventualità da noi ipotizzate e per le quali abbiamo predisposto degli schemi di reazione da un evento terroristico, ad una nube tossica, un terremoto, una epidemia. Tutti eventi che impediscono di recarti alla sede di lavoro ma in mezzo ai quali si devono garantire i servizi».
Quindi significa che avete reagito subito.
«In un pomeriggio noi eravamo pronti a operare tutti da remoto. Quindi per noi, come azienda, l’impatto è stato quasi nullo. La cosa interessante è stato vedere la trasformazione che siamo riusciti ad ottenere nei nostri clienti che sono enti pubblici, per lo più comuni. Li abbiamo aiutati a predisporre in tempi rapidi e in continuità i servizi che erogavano, ma da remoto».
E come è stato possibile?
«Abbiamo fatto migrare tutte le architetture It verso il cloud, per dare accesso al perimetro fisico dei servizi, ma permettendo loro di lavorare da casa. Abbiamo implementato delle piattaforme di meet nei loro sistemi. Noi gestiamo 800 comuni in Veneto, li abbiamo visto trasformarsi, da zero fino a 4mila sessioni in videoconferenza. È stata una grande reazione quella cui abbiamo assistito». —
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