Bpvi, da Bragagnolo a Sacaim i debitori che pesano 5 miliardi
PADOVA. C’è scontro in Commissione d’inchiesta sulle banche relativamente all’audizione degli ex vertici delle Popolari Vincenzo Consoli e Gianni Zonin. La richiesta di convocarli era stata...

Il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, durante una conferenza stampa allo stadio "Renzo Barbera" a Palermo, 1 settembre 2011. ANSA/MIKE PALAZZOTTO
PADOVA. C’è scontro in Commissione d’inchiesta sulle banche relativamente all’audizione degli ex vertici delle Popolari Vincenzo Consoli e Gianni Zonin. La richiesta di convocarli era stata presentata dal segretario di Scelta Civica Enrico Zanetti e sostenuta da Movimento 5 Stelle e Pd. Contrario invece l’Ufficio di presidenza che ieri doveva esprimersi e che ha invece rinviato la decisione. Rinviata anche quella sull’eventuale audizione dell’ex governatore di Banca d’Italia e attuale presidente Bce Mario Draghi.
Intanto la Commissione continua l’esame del materiale depositato dai commissari liquidatori delle ex Popolari tra cui gli elenchi dei primi 100 debitori di Bpvi e di Veneto Banca. Si tratta di coloro che, come hanno spiegato i liquidatori della Popolare di Vicenza, pesano per il 20% sul passivo dell’istituto di credito. Ammonta a 5,6 miliardi il debito legato ai primi 100 nomi di Vicenza.
Tra quelli in testa all’elenco figurano Nsfi srl del comparto finanziario (82,5 milioni) e Monte Mare Grado srl risalente all’ex presidente del Venezia Calcio e del Palermo Maurizio Zamparini (59,2 milioni). Quei soldi dovevano finanziare un villaggio turistico nell’ex Valle Cavarera di Grado sfumato nel 2013. Gli enti locali - si era difeso Zamparini - hanno ritardato l’iter, danneggiando gli investitori. Al terzo posto c’è Vimet (43,6 milioni), la società vicentina che produceva lingotti d’oro e che è in liquidazione; fra le cause del crac ci sarebbero proprio gli investimenti in azioni di Veneto Banca e Bpvi. Esposto con Bpvi anche Mauro Angeli, l’imprenditore della Vimet.
Nella parte alta della classifica degli insolventi figura la Capiterlina, gruppo Lch con 29,5 milioni di Thiene che produce laterizi. Fa parte del gruppo vicentino Stabila in amministrazione straordinaria dal 2015.
Per restare in Veneto, figurano nell’elenco del passivo, l’hotel Dolomiti di Cortina (19 milioni); l’imprenditore emiliano titolare, indagato per bancarotta fraudolenta, è finito nel mirino della Finanza con l’accusa di aver trasferito in Paesi offshore il denaro sottratto ai creditori dal fallimento.
Per il settore alimentare figurano Tranquillo Loison che con Bruna Alba e Alessandro Loison registrano 12 milioni di debito. Ancora: l’Aeroterminal Venezia che conta un passivo di oltre 8 milioni di euro; il tribunale di Trento aveva condannato per bancarotta fraudolenta nel 2010 i due fratelli titolari, Arrigo e Ugo Poletti, accusati di appropriazione indebita di 45 milioni dalle casse della società proprietaria di 20 ettari vicino all’aeroporto di Venezia. La veneziana Sacaim si “ferma” invece a un debito di 5 milioni. Nel Padovano c’è la Galzignano Terme Golf e Resort con un passivo di 11 milioni; la Consta spa con 12 milioni; Luigi Morato, operativo nell’alimentare, con sofferenze per 34 milioni di euro; Maschio Gaspardo spa (10 milioni) oltre che la già nota Champions Re.
Nel Trevigiano figurano tra gli altri Furio Bragagnolo di Pasta Zara (18,8 milioni di sofferenze) e Fracarro 1933 in liquidazione di Castelfranco. In liquidazione anche la Compagnia Sviluppo immobiliare di Paese. Tra i debitori più noti c’è l’ex compagnia statale Tirrenia Navigazione, la Acqua Marcia (17,3 milioni) di Francesco Bellavista Caltagirone. Nella parte bassa della classifica dei demeriti c’è perfino un istituto scolastico: il Cardinal Baronio di Vicenza. La scuola deve a Bpvi 11,5 milioni. Coinvolto anche il mondo della moda con la Mariella Burani Fashion Group per oltre 7 milioni di euro. Esposti i vicentini Ravazzolo, nel settore dei tessuti .
Tra i grandi debitori figurano tre società di diritto lussemburghese: Boom Financial Investments Sa, Jupiter Financial Investment Sa e Makalu Financial Investment Sa per un passivo complessivo di oltre 30 milioni di euro. Secondo quanto riportato da Lettera43.it si trattava di aziende costituite nel novembre 2012 da tale Madame Sophie Erk, rappresentante della «Finanziaria Internazionale Luxembourg Sa», una controllata al 100% dal gruppo «Finint» di Enrico Marchi e (all’epoca) Andrea Vido.
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