Caccia alla starna, il Tar condanna il Veneto

 

Accolto il ricorso dell’associazione Earth.

Zanoni: «Una buona notizia, l’amministrazione non può legiferare senza tener conto dei pareri». La caccia al germano reale si dovrà chiudere in anticipo, il 20 gennaio

Annalisa Girardi
La liberazione di un esemplare di germano reale
La liberazione di un esemplare di germano reale

Il Tar del Veneto ha accolto il ricorso dell’associazione Earth sulla caccia alla starna, annullando le delibere che la consentivano tra il 15 settembre e il 30 dicembre, e condannando la Regione al pagamento delle spese processuali di 1.980 euro. Non solo: i giudici amministrativi si sono pronunciati anche in merito alla caccia al germano reale, affermando che sia giusto rivedere il calendario venatorio, anticipando la chiusura di dieci giorni, cioè il 20 gennaio invece che il 30.

La decisione del Tar

«Questo è un bel precedente, perché dimostra che la Regione continua a legiferare senza tenere conto dei pareri tecnico-scientifici dell’Ispra in merito a una specie pressoché estinta nel nostro territorio», commenta il consigliere regionale Andrea Zanoni.

L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, infatti, aveva detto che fosse opportuno non cacciare questa specie nella stagione 2024/2025, un parere che però la Regione Veneto ha disatteso «senza adeguata motivazione». Discorso simile per il germano reale.

Cosa dice la sentenza

Nella sentenza infatti si puntualizza come l’amministrazione regionale non avrebbe aperto il confronto con l’Ispra nella definizione del calendario «e tanto evidenzierebbe l’illegittimità del provvedimento pure sotto l’aspetto del difetto di istruttoria; anche rispetto al germano reale l’amministrazione avrebbe disatteso le indicazioni dell’Ispra, fissando al 30 gennaio 2025 la data di chiusura della caccia quando invece l’organo tecnico proponeva di non andare oltre il 20 gennaio 2025».

Il parere dell’Ispra

In particolare, rispetto alla specie della starna, l’Ispra aveva anche evidenziato che servisse una protezione specifica «dal momento che sul territorio regionale non sono presenti popolazioni naturali in grado di mantenersi nel tempo in assenza di ripopolamenti, mancano i presupposti affinché questa specie possa essere cacciata nel corso della stagione 2024/2025».

«Una bella notizia»

Per Zanoni questa è quindi sicuramente una «batosta per la Regione, che non può sempre scrivere le leggi a favore di una singola parte, quella venatoria».

Ma, al tempo stesso, è un peccato che sia arrivata solo ora. «Ho solo il rammarico che per la starna sia stata pubblicata tardi. È però una sentenza, quindi la Regione dovrà tenerne conto nel calendario venatorio che compilerà tra sei mesi. Quindi, in ultima istanza è una buona notizia anche per la starna. È sicuramente una bella vittoria per il germano reale, visto che si chiude il calendario venatorio dieci giorni prima», conclude il consigliere.

Le tempistiche

La decisione, va precisato, è stata presa in Camera di consiglio a Venezia lo scorso 12 dicembre, ma è stata pubblicata solo il 7 gennaio. Quindi diversi giorno dopo la chiusura della stagione della caccia della starna, che si è conclusa lo scorso 30 dicembre. —

 

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