Calcio dilettanti, dietrofront in Veneto: pubblico sugli spalti con mascherina e distanziamento
Ecco le regole: è consentito l’accesso fino a un massimo di 1000 spettatori se è garantito il distanziamento interpersonale di almeno un metro, occorre prenotare anticipatamente il posto, agli ingressi viene misurata la temperatura, tutti devono restare nella posizione seduta assegnata

PADOVA. A sorpresa e con un dietrofront clamoroso maturato in meno di 24 ore, il calcio dilettantistico riapre le porte ai tifosi. Anche se continua a fare i conti con i casi di Covid, che hanno costretto al rinvio tre partite che coinvolgono sei squadre padovane nel prossimo turno.
Nel pomeriggio di giovedì il Comitato regionale della Figc aveva dichiarato che almeno fino al 7 ottobre era da escludere la partecipazione del pubblico alle partite, seguendo il protocollo diramato dalla Federazione. Ieri mattina la svolta, sulla base del decreto regionale del 13 agosto.
Impugnando l'ordinanza, la Figc Veneto ha aperto le porte al pubblico per tutte le partite in programma oggi e domani, (19 e 20 settembre) con queste regole: è consentito l’accesso fino a un massimo di 1000 spettatori se è garantito il distanziamento interpersonale di almeno un metro, occorre prenotare anticipatamente il posto, agli ingressi viene misurata la temperatura, tutti devono restare nella posizione seduta che viene assegnata, indossando la mascherina dall’ingresso fino al raggiungimento del posto.
Via libera, quindi, agli spalti aperti, anche se la Figc si è cautelata, specificando a margine del comunicato che la Questura o le autorità sanitarie hanno facoltà di imporre decisioni diverse.
«Giovedì eravamo quasi disperati, ora possiamo abbozzare un sorriso, anche se la strada è ancora in salita», spiega il presidente della Figc Veneto, Giuseppe Ruzza. E l’ostacolo principale riguarda i casi di positività dei giocatori. Domani scattano i campionati, ma a causa del Covid sono già state rinviate tre partite nel padovano.
La prima è quella tra Arcella e Borgoricco, che si sarebbe dovuta giocare domani per la seconda giornata di Coppa. Ma nelle fila arcellane un giocatore è stato trovato positivo al Covid dopo aver partecipato all’allenamento del martedì e così la società ha fornito all’Ulss i nominativi dei contatti che ha avuto al campo. Dirigenti, staff e calciatori si sono già sottoposti al tampone e stanno aspettando gli esiti (i primi arrivati sono negativi), ma il protocollo attuale è inflessibile ed è destinato a bloccare per due settimane tutte le attività.
I compagni di squadra, infatti, essendo stati a stretto contatto con il contagiato, devono restare in isolamento per due settimane, anche in caso di tampone negativo.
«Una circostanza che crea seri problemi sia in ambito sportivo che lavorativo», allarga le braccia il ds Massimo Ceccato. «Dal punto di vista calcistico salteremo probabilmente tre partite. E tutto questo si ripercuote sulle attività dei tesserati. Come si fa ad andare avanti, rischiando di compromettere il lavoro?».
Rinviata anche Real Padova-Dinamo Kave in Seconda. Il rinvio l’ha chiesto la Dinamo Kave, club di Mortise, dopo aver riscontrato due casi di positività in rosa, l'ultima settimana di agosto dopo l'avvio degli allenamenti. «Solo questa settimana sono rientrati i due giocatori guariti», spiega il ds Alessandro Stenico. «La situazione è precaria, abbiamo già avuto diverse defezioni di ragazzi che non se la sentono di mettere a repentaglio il lavoro».
L'ultimo caso riguarda il rinvio di Voltaroncaglia-Santangiolese in Seconda. I padroni di casa hanno un positivo al Covid, che tuttavia non è stato in contatto con i compagni nelle 48 ore precedenti ai sintomi. Da protocollo la gara si sarebbe potuta giocare ma per prudenza il Voltaroncaglia ha chiesto il rinvio e sanificato gli spogliatoi. «Speriamo si possa alleggerire presto il protocollo», sospira Ruzza. —
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