Cambia sesso all’anagrafe senza intervento chirurgico

Sentenza a Padova: riconosciuto il diritto di essere donna sui documenti. Marco, 60 anni, diventa Maria

PADOVA. Non serve più l’operazione chirurgica per poter cambiare sesso all’anagrafe. Lo ha stabilito il tribunale di Padova alcune settimane fa, prima di quello di Ragusa la cui sentenza ha fatto nei giorni scorsi il giro d’Italia. I giudici padovani della I Sezione Civile hanno riconosciuto a Marco, nome di fantasia, 60 anni, il diritto a modificare i documenti di identità con il cambio del nome in Maria. Il tutto, appunto, senza la necessità di andare in sala operatoria.

Una sentenza che rappresenta una rivoluzione e un precedente decisivo: fino a questo momento, infatti, faceva testo la legge 164 del 1982 che prevede il cambiamento solo “a seguito di intervenute modificazioni dei caratteri sessuali”. Modificazioni finora intese dai giudici come, appunto, il cambio di sesso in sala operatoria.

Il tribunale padovano e quello siciliano, basandosi su un recente pronunciamento della Corte di Cassazione, hanno ritenuto invece che le modificazioni in questione siano da intendere in senso più ampio e hanno dato il via libera al cambio di identità sui documenti.

«Un sogno che si avvera», è stato il commento di Marco dopo la decisione dello scorso 29 novembre del collegio presieduto dal giudice Lucia Martinez (Federica Fiorillo e Francesca Zancan a latere). Un sogno di lunga data visto che Marco aveva cominciato a sentirsi (e diventare) Maria già in epoca adolescenziale.

E, 30 anni fa, ha svestito definitivamente i panni maschili per indossare quelli da donna. Non solo: ha deciso di sottoporsi ad alcuni interventi estetici per rendere più femminili i propri tratti, senza tuttavia affrontare quello radicale di cambio di sesso (demolitivo e ricostruttivo).

Una scelta, questa, che aveva reso impossibile modificare il nome all’anagrafe e sui documenti di identità, con tutte le imbarazzanti conseguenze del caso quando si trattava di esibirli. Ma c’è stata anche un’ altra conseguenza indiretta: l’impossibilità per Marco di sposarsi con la compagna.

Di qui la decisione di avviare una causa civile - seguita dall’avvocato Alessandra Gracis - davanti al tribunale di Padova per ottenere il cambiamento di sesso all’anagrafe. Il tribunale dopo aver disposto una consulenza tecnica per verificare la sussistenza dei presupposti clinici e delle condizioni di definitività e irreversibilità necessarie per la rettificazione, ha attribuito a Marco «il sesso femminile», il nuovo nome di Maria e il via libera - qualora un giorno lo volesse - a sottoporsi all’intervento chirurgico.

Secondo i giudici padovani «può ritenersi acquisito il principio per cui l’intervento medico chirurgico non è un passaggio imprescindibile al fine della rettificazione (cioè la modifica, ndr) del sesso, traducendosi in un momento solo opzionale, dipendente da una scelta personale ed eventuale del soggetto. Ciò anche e soprattutto alla luce delle fondamentali esigenze di tutela della salute della persona».

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