Carabiniere calcia un uomo a terra. Sui social di Dolfin compare un elogio. Lui: «Lo ha scritto mio figlio»

Critiche al consigliere regionale che scarica la colpa sul figlio che gli gestisce la comunicazione. Molena (Pd): «Intervenga Zaia».

Laura Berlinghieri
Il consigliere regionale della Lega Marco Dolfin e il commento a suo nome
Il consigliere regionale della Lega Marco Dolfin e il commento a suo nome

VENEZIA. «Molto bene. O con le buone, o con le cattive!». È il commento del consigliere regionale leghista Marco Dolfin («di mio figlio» dirà poi lui) a un articolo pubblicato da Fanpage.it e condiviso su Facebook dallo stesso sito di informazione. Un articolo, con tanto di video, che racconta di un carabiniere che, in servizio a Milano, ha tirato un calcio in testa a un uomo prima di arrestarlo.

«Come si fa a dare un calcio in faccia a una persona già a terra? Perché nessuno dice niente?» recita il post condiviso sui social. Un doppio interrogativo sotto il quale si legge l’approvazione, con la firma del consigliere regionale leghista.

Ma la versione di Dolfin è diversa: «Quel commento non l’ho scritto io, è stato mio figlio, che mi aiuta a gestire i social e, spesso, scrive utilizzando il mio profilo». Aggiungendo, dopo avere parlato con il ragazzo: «Gli ho “tirato le orecchie”, gli ho detto che d’ora in poi non dovrà più fare commenti a mio nome. È stata una ragazzat».

Il commento di Dolfin, sommerso dagli altri, non ha innescato un vero dibattito sotto al post di Fanpage. Scatenando invece l’opposizione, inorridita di fronte al plauso alla manifestazione di violenza.

«Dolfin dovrebbe vergognarsi per quello che ha scritto. Mi sorprende che un consigliere regionale possa utilizzare un linguaggio tanto violento, è nostro dovere censurarlo – commenta Stefano Molena, consigliere metropolitano di Venezia e segretario del Partito Democratico della Riviera del Brenta – D’altro canto, lo stesso presidente Zaia avrebbe il dovere di prevenire e censurare certe uscite provenienti da consiglieri del suo stesso schieramento politico».

Il caso, peraltro, segue quello che pochi giorni fa ha scosso la Lega fiorentina, in seguito al video postato da un consigliere di quartiere che, vicino a una donna rom, esclamava: «Vota Lega per non vederla mai più».

Il caso veneto non ha assunto la stessa portata, ma la condanna rimane netta. «È inammissibile che un rappresentante delle istituzioni approvi con tanta faciloneria un’azione che è assolutamente spropositata rispetto all’episodio in sé» prosegue il consigliere veneziano Molena.

Dal canto suo, Dolfin respinge le accuse: «Sono basito, non sapevo di questo commento, fatto da mio figlio» risponde. Quindi non ne condivide il contenuto? «No, ma nemmeno mio figlio. Sono orgoglioso della capacità di operatività delle forze dell’ordine italiane, ma eccessi di potere vanno condannati. Ho visto il video e devo ammettere che quell’uomo è stato colpito in modo non adeguato e non conforme all’azione in sé». —

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