Celentano va a ruota libera«Venezia la mia amante»

Accompagnato dal suo inventore torna dopo 33 anni «Yuppi Du» restaurato. Prima di premiare Olmi con il Leone d’oro il molleggiato fa la morale all’Italia
Dopo 33 anni, sappiamo una cosa in più e non è mai troppo tardi: Yuppi Du è un grido. D'amore («Venezia è la mia amante, la più bella città. del mondo, testimone della più grande protesta contro il brutto»), e di dolore («dedico questa giornata a Graziano Alonso, che morì durante la lavorazione del film»).


Ecco Adriano Celentano al Lido: l'evento è il ritorno del suo Yuppi Du, datato 1975, ora restaurato, da oggi in dvd e il 12 settembre su Sky. Alla proiezione mattutina ci sono 60 spettatori e almeno una ventina se ne va a proiezione in corso. Peccato, perché è un film bello e assurdo che si presta a essere una specie di giacchetta che ognuno può tirare dalla parte che preferisce: verso la battaglia contro l'inquinamento, verso il denaro che trionfa sempre, verso l'amore che non muore mai (comprensibile, se lei è Charlotte Ramplig 33 anni fa), oppure - ed è la chiave che domina al Lido sulla spinta della cronaca - verso gli infortuni e la mancanza di sicurezza sul lavoro. Quella di Celentano è un'apparizione di 30 minuti.


In linea con il personaggio, un po' si concede e molto fa il divo. Arriva a Venezia mercoledì sera, cena al Cipriani della Giudecca, tavolo per otto e due camere prenotate nelle quali non sale nessuno. Dopo cena arriva al Lido, si fa vedere all'Excelsior ma dorme al Des Bains. A parte l'inquietudine alberghiera, a nessuna domanda o quasi si sottrae. Nel momento in cui si è autoproclamato Re degli Ignoranti il sistema lo ha eletto profeta, e dunque di tutto può parlare. Spicca il volo e dice la sua su Alitalia: «Bello se la si salva ma mi sembra un patto poco puro, lo si paga in altra forma».


Oggi come nel 1975, l'ambiente gli sta molto a cuore e gli attacchi all'Expò di Milano e al parcheggio del Pincio si dilatano fino a tirare in mezzo, senza esclusione di colpi, Berlusconi, Veltroni e Chicco Testa, con coda per Alemanno che contro quel parcheggio lottava quando stava all'opposizione e che adesso, da sindaco, non lo vede poi così male. Detesta questi «patti tra destra e sinistra» che se non stai attento «faranno un parcheggio anche sotto la laguna», sfregio che gli seccherebbe visto che a Venezia ha intenzione di «compare un monolocale» anche perché non vede affatto problemi per esempio di sovraffollamento turistico in questa città, «se passeggio in Piazza San Marco non posso pretendere di farlo da solo».


Per fortuna, ogni tanto ci si ricorda che oltre ad essere maitre a penser è anche uomo di spettacolo: allora annuncia che «i ritorni mi piacciono», e si potrebbe rivederlo in tv (magari proprio su Sky); potrebbe girare un nuovo film, magari sulla Resurrezione di Gesù «che sui Vangeli mi è sempre sembrata poco chiara». Ieri sera, passerella per Yuppi Du, lui vestito Armani come la moglie Claudia Mori, presente la figlia Rosita (assente Rosalinda), annunciato Valentino Rossi, e dopo il film cena all'Excelsior. Oggi Celentano consegna a Ermanno Olmi il Leone alla carriera, poi cena (blindata, sennò non fa fine) al Nicelli. Un tempo così lungo, 33 anni, dimostra che Celentano è un fedelissimo. Sempre la stessa moglie, una Claudia Mori con turbante e occhiali neri che non lo molla un attimo, e sempre la stessa croce d'oro: penzola sul suo torace (sempre villoso, sempre camicia aperta) oggi come allora, quando stava sul set di Yuppi Du.

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