E’ un busto di Nefertiti (del peso di 3 kg) l’oggetto che ha ucciso Chiara Jaconis
I tredici frammenti sono stati riassemblati con un programma digitale della polizia
per dare forma alla statuetta. La giovane padovana è stata colpita dall’oggetto, caduto da un terrazzo a Napoli
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È una riproduzione in pietra del busto della regina egizia Nefertiti, l’oggetto che potrebbe avere colpito fatalmente la trentenne padovana Chiara Jaconis a Napoli.
Lo sospettano gli investigatori che lavorano al caso.
E anche noi abbiamo provato a rintracciare l’origine della statua facendo un confronto con i principali manufatti egizi: a fornire indizi sono stati dettagli dei fregi e delle fibbie ornamentali, oltre alla forma del copricapo caratteristico della sovrana (moglie del faraone Akhenaton) vissuta tremila anni fa.
E il padre di Chiara, Gianfranco, ha rilevato alcune coincidenze tra la vicenda storica e quella della figlia. Dopo il numero di frammenti in cui si è sgretolata la statua cadendo in terra (tredici, come il giorno del compleanno di Chiara, in febbraio), il destino unisce anche le sorti della ragazza padovana e della regina egizia: di entrambe restano infatti avvolte nel mistero, almeno per ora, le cause della morte.
Gli inquirenti di oggi, comunque, dispongono di tutti gli strumenti necessari per fare piena luce sull’incidente costato la vita a Chiara.
Il busto di Nefertiti
Le statue ornamentali che riproducono il busto di Nefertiti (l’originale è conservato al Neues Museum di Berlino) sono un souvenir diffuso in tutto l’Egitto. Dalle città storiche alle località turistiche del bacino del Mar Rosso, sono in vendita sugli scaffali della maggior parte dei bazar turistici. E proprio per la sua diffusione si tratta di un soprammobile relativamente comune.
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In realtà ogni artigiano imprime sulla roccia dettagli diversi, sia nei fregi, sia nella forma degli ornamenti dell’esemplare caduto dal balcone napoletano: uno in particolare, la fibbia che cala dietro al copricapo regale, è insolitamente lunga e ornata. Un elemento non comune che potrebbe indicare agli investigatori un produttore specifico e, potenzialmente, una precisa località dov’è stata acquistata la statua.
La Tragedia e l’indagine
Caduta da uno dei piani più alti di un palazzo di vico Santa Teresella il 15 settembre scorso, la statua in onice nero (del peso di tre chili) si era infranta in tredici frammenti dopo aver centrato il balcone del secondo piano. Il blocco più grande ha poi colpito alla testa Chiara, ferendola gravemente: è deceduta due giorni più tardi in ospedale.
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I cocci recuperati dagli agenti della Questura partenopea (alcuni restano mancanti) sono stati riassemblati in 3d attraverso un programma digitale per ricostruire la forma della statuetta. La riproduzione è stata poi mostrata ai residenti delle palazzine che si affacciano sul luogo della tragedia, tra vico Santa Teresella e Sant’Anna.
L’immagine che raffigurerebbe Nefertiti è stata esibita anche alla coppia di genitori indagata dalla procura di Napoli per omicidio colposo e omessa custodia su minore.
L’ipotesi è che uno dei figli abbia fatto cadere il l’oggetto dal davanzale. Non risulta che i residenti dei Quartieri Spagnoli o gli accusati abbiano riconosciuto l’immagine mostrata dalla polizia.
Nel frattempo la famiglia di Chiara continua a lanciare appelli perché la verità venga fuori.
«Abbiamo ricevuto le scuse del sindaco e dei napoletani», ha detto di recente papà Gianfranco, «ma ferisce che dopo tutto questo tempo non abbiamo ancora sentito le scuse dagli unici da cui dovrebbero arrivare. Ci spiace vedere tanta omertà». Per il giorno del compleanno di Chiara la sorella Roberta ha chiesto giustizia: «Sarebbe il più bel regalo che potreste farle», aveva detto.
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