Ciak, si gira “Un passo dal cielo”: San Vito di Cadore al posto di Braies
La fiction Rai ha traslocato al lago di Mosigo. Il sindaco: «Sì al turismo ma senza esagerare». Anche Cibiana e Comelico pronti a ospitare il set. «Ma dicano che non siamo in Alto Adige»

SAN VITO DI CADORE. Il lago di Mosigo è artificiale come quello della Val Senales. È stato costruito nel 1929, bonificando una palude. Ma “Lux Vide”, la produzione di “Un passo dal cielo”, la fortunata fiction di Raiuno da 5 milioni di spettatori, l’ha preferito a quello proposto da Idm, la società di marketing territoriale della Provincia di Bolzano, come alternativa alla location di cinque edizioni, il lago di Braies. E la Val Boite, con il sindaco Franco De Bon di San Vito di Cadore, ha aperto le braccia.

Lago di Mosigo a San Vito di Cadore-Da Rin-Perona
In questi giorni si comincia a girare; sul set almeno 80 tra protagonisti, comparse, personale di servizio, con punte fino a 120, in qualche caso addirittura 200. Anche Mosigo ieri mattina era imbronciato come il cielo; non vi si specchiavano la Croda Marcora e l’Antelao, un quadro di stupefacente bellezza. Daniele Liotti, Enrico Ianniello, Pilar Fogliatti e gli altri attori vi ritroveranno lo stesso spettacolo che offriva Braies. Con una caserma dei Forestali che assomiglia a quella lasciata a malincuore; ne ha preso le sembianze il piano terra dello chalet.

Lago di Mosigo a San Vito di Cadore-Da Rin-Perona
È bastato che l’indiscrezione superasse i confini di San Vito e in municipio erano già arrivate le prime richieste di poter celebrare il proprio matrimonio in riva a quelle acque. «Ben vengano i turisti, ne abbiamo proprio bisogno, ma senza esagerare» sospira il sindaco. Sa bene, infatti, il motivo per cui la troupe ha dovuto lasciare Braies e la Val Pusteria. Gli uffici provinciali Parchi, specificatamente, “Natura, paesaggio e sviluppo” di Bolzano, hanno negato il setting pusterese, proponendo il lago di Vernago, in Val Senales. Il motivo? Troppa gente a Braies. Anche fermando le auto qualche chilometro più sotto. Tanto che da venerdì si sale fino a 5 mila presenze al giorno, non di più (e chiamalo “numero chiuso”). Un turismo mordi-e-fuggi, di nessun beneficio, protestavano gli amministratori della valle. A malincuore, dunque, “Lux Vide” si è trovata costretta a cambiare. Già l’anno scorso, peraltro, aveva girato alcune scene al lago di Misurina, all’Istituto Pio XII, al lago D’Antorno, alle malghe Rin Bianco e Maraia. «Benissimo, speriamo che ritornino quest’estate, ma – avverte la tenace sindaco di Auronzo, Tatiana Pais Becher – senza raccontare bugie». Bugie? «Sì, l’altr’anno hanno collocato i nostri siti in Alto Adige ed hanno pure cambiato i nomi di malghe e alberghi». «È quanto mi sono raccomandato anch’io» fa sapere il primo cittadino di San Vito. «Non ci sono assolutamente problemi» rassicurano dalla produzione, che, peraltro, ha già promosso due casting a Ponte nelle Alpi e a Valle di Cadore. «Il cineturismo è determinante nella promozione di un territorio ed è proprio per questo motivo – interviene Giuliano Vantaggi, direttore della società “Dmo” che promuove l’accoglienza ai piedi delle Dolomiti per l’intera provincia di Belluno e che ieri era sul set di “Donnaventura” – che chiediamo rispettosamente alla produzione e in particolare alla sceneggiatura e alla regia di introdurre i nomi dei paesi che verranno ripresi nei dialoghi fra i protagonisti. Come è accaduto per la serie girata a Braies e dintorni».

Lago di Mosigo a San Vito di Cadore-Da Rin-Perona
Alla sceneggiatura è piaciuto molto, oltre al lago, il borgo di Serdes, al di là del fiume Boite. Nel contesto di Cortina si sono innamorati delle Cinque Torri. A Cibiana, il paese dei murales, gireranno nelle vecchie miniere di Vallinferna. Altre scene a Vodo, a Misurina e nei dintorni (Malga Maraia e Monte Piana), in Comelico. In grande spolvero, dunque, le Dolomiti bellunesi. Ma la promozione dipende, come è accaduto anche in Alto Adige, da quanto garantiscono come supporto gli enti locali. Il Comune di San Vito ha messo a disposizione uomini e mezzi. La Dmo si sta premurando di assicurare una puntuale visibilità alle location. La Regione? Luigi Bacialli e Jacopo Chessa, presidente e direttore della Fondazione Veneto Film Commission stanno provvedendo alla sistemazione logistica. E i soldi? «Il 30 giugno abbiamo chiuso un bando di 5 milioni per le produzioni cinematografiche – informa l’assessore regionale alla cultura, Cristiano Corazzari -. Sappiamo che ha partecipato anche “Lux Vide”. Fra qualche settimana sapremo chi ha vinto. La classifica terrà conto anche della capacità promozionale dell’opera». Non è da escludere che per trattenere un’opportunità come questa si aggiunga, in futuro, dell’altro. È vero, infatti, che la Dmo è stata contattata da Rai e Mediaset per accogliere nel Bellunese altre due fiction. «Grazie alle Dolomiti Unesco, questo sembra proprio il momento magico delle Terre alte così ben conservate» conclude Vantaggi.—
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