Cibiana, il paese che resiste con tre soli iscritti all'asilo

Il «borgo dei murales» che non vuole mollare diventa un piccolo caso nazionale: le difficoltà del vivere quotidiano e il caso emblematico della scuola “micro” 

CIBIANA DI CADORE (BELLUNO). «È questo il vero salotto di Cortina» suggerisce Federico Vicentini, osservando il Sassolungo del Cadore dal Taulà dei bos, un vecchio fienile trasformato in ristorante dal Comune. Lui che quattro anni fa ha lasciato la sua Bologna per fare il ristoratore qui, alle porte della “regina delle Dolomiti”.

Cibiana è un nido d’aquila sulle prime rampe del monte Rite, dove l’alpinista Reinhold Messner ha aperto il suo “museo fra le nuvole” dentro a un vecchio forte recuperato dalla Regione Veneto. A 20 minuti da Cortina, ma solo quando non c’è coda, è anche il paese dei 60 murales che Osvaldo Da Col, l’ideatore, rivendica con orgoglio.

«Quassù, apparentemente, manca tutto. In verità» sospira il giovane sindaco, Mattia Gosetti, che nel tempo libero si dedica alla composizione musicale «abbiamo tutto. Il municipio, la Chiesa, la scuola, l’asilo, l’ambulatorio medico, la farmacia, un ristorante in paese, due al passo Cibiana, l’ospitalità diffusa, un emporio, una cooperativa alimentare…».



All’anagrafe 377 abitanti, in verità sono in 387, perché dall’ultima rilevazione si sono aggiunte coppie giovani.
Cibiana, poco sopra i mille metri. Il paese dei murales, e dell’asilo con tre iscritti… La scuola elementare è una pluriclasse di 15 bambini, quanto di più innovativo si possa immaginare. Con l’aggiunta, si badi, della scuola dell’infanzia. Otto gli iscritti, ma sono tre i bimbi che frequentano, perché gli altri seguono i genitori che fanno gli stagionali all’estero, soprattutto nelle gelaterie. Un plesso così microscopico andrebbe chiuso, va da sé.

«E invece no» s’impunta Gosetti «la provincia di Belluno perde mille abitanti l’anno, Cibiana vuole andare in controtendenza. E proprio per questo abbiamo deciso di investire tutte le risorse necessarie per mantenere il presidio scolastico, come primo fattore di identità». È una piccola, grande storia di resilienza alpina, questa. La scuola a bilancio costa 76 mila euro l’anno, di cui 16 mila solo per garantire l’apertura dell’asilo al pomeriggio, in modo che i genitori non siano costretti ad uscire dal lavoro per venire a prendere i figli, oppure a portarli altrove.



Monica Boffula è una delle tre maestre. Appena laureata, nel 1992, è venuta ad insegnare a Cortina. Tre anni fa ha scelto Cibiana per sperimentare un metodo nuovo, “attivo” come lo chiama lei, che fa sintesi degli insegnamenti. Le materie classiche si alternano con l’inglese, lo sci da fondo, il tennis, la musica (c’è anche il coro), la coltivazione dell’orto e altre sperimentazioni ancora. «Sa come insegniamo il rispetto dell’altro? Attraverso il gioco degli scacchi».

Si commuove, la maestra, quando osiamo dire che quest’esperienza ricorda la scuola di Barbiana di don Milani.
«Facciamo parte della Rete delle piccole scuole d’Italia e d’Europa» spiega maestra Monica «Il che significa che il nostro pionierismo non è isolato come ai tempi di Barbiana».

Non è comodo, né facile, spingersi fin quassù. La Errebi, storica fabbrica di chiavi che commercia con tutto il mondo, è nata a Cibiana e ci resta. È la Fiat del paese. Assicura un reddito anche a lavoratori – e alle loro famiglie – che arrivano da fuori, dal Cadore.



L’ex sindaco, Luciana Furlanis, abitava e lavorava nel Basso Veneto quando ha scelto Cibiana come buen ritiro. E adesso si dedica alle coltivazioni biologiche. Il miele di Cibiana è del tutto speciale. “Da Bellino” è l’emporio del paese. Umberto Olivotti lo gestisce con orgoglio. È in pensione ma non si sente così stanco da dover chiudere, come accade ad altri. Vende tendaggi, Olivotti, quindi prodotti per la famiglia. Si ostina a ritenere che le terre alte possano trovare un futuro nelle coppie giovani. Cibiana, d’altra parte, è uno dei paesi dolomitici col maggiore tasso di seconde case.

«A passo Cibiana abbiamo una pista da fondo di ben 8 chilometri, l’unica della Val Boite, e intorno al nostro Sci Club, che compie 92 anni» racconta Olivotti «ruotano almeno 70 appassionati, che vivificano un interessante indotto». A passo Cibiana, infatti, operano al meglio due rifugi, con ristorante e camere.



Mauro Pupulin, tecnico comunale in pensione, tre notti la settimana anima il gatto delle nevi per battere le piste. Da volontario.

«Il problema è quello della strada d’accesso» racconta «Risalgono ancora agli anni Ottanta i primi studi progettuali del ponte sul Boite. Per le Olimpiadi invernali del 2026 a Cortina sogniamo la circonvallazione Macchietto-Venas, che ridurrebbe di almeno 20 minuti l’accesso alle Tofane».

«Quassù, se nevica più del solito, rimaniamo isolati» lamenta il ristoratore Vicentini «Una strada nuova è indispensabile per rianimare il paese».



Il Taulà dei bos ha richiesto quattro anni di duri sacrifici per lanciarsi. Da poco un’ex dipendente, Katia De Zordo, ha lanciato un B&B, la “Ciasa de l’artista”, che è un bijou dell’ospitalità. Il pianoterra del Taulà è il “Campo base” dove Messner espone le reliquie – come le chiama lui – delle sue prime conquiste alpinistiche. Mille metri più in alto, sul Rite, c’è il museo che viene aperto d’estate, e che attrae alpinisti ed escursionisti da tutto il mondo.

«Ecco, io ho sempre sognato di fare di Cibiana la Katmandu delle Dolomiti» chiosa il grande alpinista ed esploratore dal paese che resiste. —


 

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