Cinque cose da sapere sulla tassa di sbarco a Venezia

VENEZIA. Chiamatelo ticket d'ingresso, tassa di sbarco o, più correttamente, "contributo all'accesso": è quello che il Comune di Venezia si appresta a varare nelle prossime settimane, per chiedere ai turisti mordi-e-fuggi che avvolgono la città storica in una ressa umana talvolta ingestibile, di contribuire quantomeno a sostenere le spese per i servizi e la manutenzione della città.
Potenzialmente, c'è una platea di 30 milioni di visitatori annui interessata alla manovra. Ma stabilire chi dovrà pagare e soprattutto come organizzare la macchina della riscossione non è cosa semplice.
Ecco la "tassa di sbarco" in cinque punti. Questo articolo è aggiornato alle ore 15 di mercoledì 2 gennaio 2019
1) Cosa è il nuovo ticket sui turisti giornalieri?
Nasce da una lunga manovra "diplomatica" della giunta Brugnaro sugli ultimi due governi e con il sostegno del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Pressing che si è concretizzato in un emendamento alla manovra finanziaria 2019, approvata in via definitiva dalla Camera dei deputati il 28 dicembre.
Il nuovo comma 653-quaterdecies del testo stabilisce che: "Il Comune di Venezia è autorizzato ad applicare per l'accesso alla Città antica e alle altre isole minori della laguna, con qualsiasi vettore, il contributo di cui all'art.4 comma 3 bis de decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23". Tradotto: un contributo pari all'imposta di soggiorno che già pagano i turisti pernottanti in città (34 milioni di euro l'incasso nel 2018), ma questa volta riservato esclusivamente ai visitatori di passaggio.
2) Quanto si pagherà?
Il Parlamento ha autorizzato il Comune di Venezia a portare al massimo valore possibile sia la tassa di soggiorno per i turisti pernottanti sia l' "imposta di sbarco" per i visitatori mordi-e-fuggi: ovvero, da un minimo di 2,5 euro a un massimo di 10 euro. Naturalmente le due imposte non sono cumulabili e il visitatore pagherà una o l'altra. Venezia è l'unico Comune in Italia ad aver ottenuto l'opportunità di riscuotere il nuovo contributo.
3) Chi pagherà?
Qui sta il punto centrale: potenzialmente tutti i 30 milioni di visitatori annui (tanto sono stimati) che affollano Venezia e le sue isole ogni anno. Il sindaco Luigi Brugnaro ha pubblicamente garantito che lavoratori e studenti pendolari non pagheranno (ovviamente) alcunché. Ma i parenti in vista? I pazienti diretti in ospedale? Avvocati chiamati in Tribunale per una causa?
Il primo compito dell'amministrazione comunale è, dunque, quello di definire la platea di chi sarà chiamato a saldare il nuovo contributo di accesso alla città storica e quella di chi ne sarà esonerato. Il sindaco Brugnaro ha più volte dichiarato che si partirà per stralci, iniziando dal milione e mezzo di crocieristi in arrivo al porto di Venezia, perché è più semplice raggiungere un'intesa con le compagnie di navigazione.
Per riscuotetere il contributo è, infatti, necessario che i "vettori" con i quali i turisti arrivano in città - armatori, Trenitalia, Italo o quant'altro - stringano un accordo con il Comune, accettando di farsi sotituti d'imposta, per incassare il contributo e poi versarlo al Comune, così come già fanno gli albergatori o i gestori di alloggi turistici per l'imposta di soggiorno.
Sarà fattibile? Come garantire a un lavoratore pendolare o un professionista con un impegno in città, un paziente per una visita di non dover pagare "l'imposta di sbarco"? L'idea - annunciata dal sindaco Brugnaro e dall'assessore al Bilancio Michele Zuin - è affidarsi alle nuove tecnologie. Un esempio? Il biglietto del treno (previo accordo con Trenitalia) includerà anche il contributo d'accesso, che sarà stralciato solo a fronte di un'autocertificazione online. Sarà fattibile? Il Comune ci crede, ma ora deve sottoscrivere gli accordi con le società che gestiscono i "vettori".
4) Da quando scatterà il nuovo contributo?
Non c'è ancora una data certa: di sicuro, non sarà per Carnevale, ma forse già per Pasqua potrebbe partire una prima fase. Il sindaco Luigi Brugnaro è stato chiaro, non vuole attendere: "Nelle prossime settimane definiremo il nuovo regolamento e poi si partirà subito, in questo 2019. Sarebbe da matti aspettare".
5) Quali i passaggi giuridici ancora necessari prima del via?
Entro il 28 febbraio (termine per l'approvazione dei bilanci e delle tariffe comunali) il Comune di Venezia dovrà prendere le sue decisioni per la stesura del regolamento. E così si conosceranno le decisioni di merito dell'amministrazione. Ma c'è anche un processo di condivisione delle scelte che è stato introtto dal Parlamento, all'ultimo momento, con un ordine del giorno presentato dal deputato pd Nicola Pellicani ed approvato dalla Camera, che prevede l'apertura entro il 31 gennaio di un tavolo tra ministeri, Comune, Regione, Prefettura, per coordinare l'entrata in vigore del nuovo contributo: basterà un mese per raggiungere l'intesa? Intanto, il presidente del Consiglio regionale Veneto, il leghista Roberto Ciambetti, chiede di escludere tutti i veneti, cioè chi risiede in regione. Vedremo se il Comune di Venezia accoglierà l'invito.
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