Cinque manager pronti a rilanciare Mcs, Henry Cotton e Marina Yachting

VENEZIA. Un gruppo di manager del mondo della moda, affiancati da fondi di investimento italiani ed europei, sono pronti a rilanciare i marchi Henry Cotton, Marina Yachting e Mcs (ex Marlboro Classic). È stato depositato nei giorni scorsi al Tribunale di Venezia, perché lì si "trovano" ora le note griffe venete, un progetto che punta alla rinascita etica e sostenibile. A presentarlo sono stati cinque manager del gruppo, con il supporto di alcuni fondi di investimento. L’obiettivo: diventare il riferimento italiano per l’abbigliamento del settore affordable luxury. Attualmente i 22 negozi in Italia e Svizzera del gruppo Mcs, che ha sede a Mestre, funzionano con la produzione già in magazzino. Ma è tempo di guardare alla nuova stagione, quella delle collezioni estive 2019, che devono andare in produzione a breve, altrimenti si rischia di vanificare tutti i tentativi di salvare i marchi del fondo Emerisque Brands.

«Noi manager stiamo facendo tutto il possibile per trovare una soluzione di continuità all’azienda, dar vita entro pochi mesi a un progetto innovativo – ha spiegato Alessandro Crosato, design director di Mcs, una lunga carriera alle spalle con i marchi più noti della moda -. Purtroppo la situazione è complicata perché la comunicazione con Emerisque è complessa. La nostra proposta nasce dalla consapevolezza del potenziale dell’azienda, nonostante gli errori del passato. Siamo convinti che ci sia la possibilità di ridiventare attori primari del mercato». Per anni i tre marchi sono stati tra le realtà più brillanti della moda, capaci di fatturare insieme oltre 230 milioni nel 2013. Ad ottobre scorso il Tribunale di Venezia ha dichiarato il fallimento per le tre griffe di proprietà di due aziende facenti capo ad Emerisque Brands e avviato la liquidazione con esercizio provvisorio, che scadrà a luglio.
L’investitore Ajay Khaitan, proprietario del fondo lussemburghese specializzato nello sviluppo di marchi fashion e di catene, nel 2013 aveva acquistato il marchio Mcs dal gruppo Valentino (passato a un fondo qatarino) e i marchi Henry Cotton e Marina Yachting dal gruppo Moncler. Il fondo intendeva rilanciare i marchi e proporre una quotazione in Borsa nel 2018.
Ma nel 2017 è arrivato il fallimento. Fonti sindacali parlano di diverse decine di milioni di debito. «Crediamo nel territorio e nelle sue risorse, nell’interazione con scuole di design e con gli artigiani, crediamo in produzioni mirate e locali, di difficile imitazione che possano essere orgoglio italiano da esportare nel mondo», ha spiegato Crosato, che guida il gruppo di nuovi investitori, supportato, tra gli altri, da Giovanni Girotto (imprenditore nel mondo del tessile italiano) e l’avvocato Adriano Pelis Sansedoni (specializzato nelle ristrutturazioni societarie).
L'obiettivo è mantenere la sede aziendale nell’area tra Mestre e Treviso. I posti di lavoro sono così suddivisi: 100 nella sede interna, mentre quello nei negozi è di circa 200, senza considerare l’indotto. Con le tre firme si intende anche rilanciare il marchio Coast Weber Ahaus, “congelato” due anni fa da Emerisque, che ripartirà ecosostenibile e 100% made in Italy. L’obiettivo del progetto industriale presentato al Tribunale è quello di accorciare la filiera produttiva, riportando in Italia parte della produzione ora in Tunisia, Turchia e Cina, realizzando così lotti di micro produzioni, più diversificati e meno standardizzati. Il progetto prevede nel corso degli anni il reintegro della maggior parte del personale interno, attualmente in cassa integrazione.
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