Colomban e i 433 mila euro alle aziende di Confapri
TREVISO. Premessa: tutti hanno querelato. Compreso lui – oggi neoasessore alle Partecipate della giunta Raggi – ma allora imprenditore e presidente di Expo Venice, che ricevette 433 mila euro di garanzie pubbliche per agevolare l’accesso al credito alle Pmi. In due tranche, da parte del fondo gestito dal ministero dello Sviluppo Economico. E Massimo Colomban ancora oggi non ci sta: «Tutte bugie», giura, «mai sfruttato le conoscenze dei vertici del movimento per favorire questa o quella azienda. Il fondo era a disposizione anche di imprenditori dell'associazione, e con ciò? Non c'è stato alcun aiuto diretto ai nostri associati. Chiedere favori è fuori dal nostro genoma e da quello dei 5 Stelle». Vero, ma c’era pure la sua società....
Anno 2014. Era emerso come, fra le aziende beneficiarie dei fondi, c’erano imprese di imprenditori vicini alla Confapri, l’associazione fondata proprio da Massimo Colomban e dal milanese Arturo Artom, la sponda imprenditoriale, specie per le Pmi, del movimento 5 stelle. E che c’è di male? Il fondo, istituito sin dal 1996, con la legge 662, è gestito dal Ministero, e ha aiutato 65mila aziende, sin qui. Ma ad incrementare le risorse, per scelta politica, erano stati i parlamentari dei 5 stelle. Sì, deputati e senatori grillini, entrati in massa a Montecitorio o e a palazzo Madama: avevano deciso di devolvere le eccedenze extra 5mila euro stabilito come quota massimo di emolumenti (beau geste) - al fondo pro Pmi. E i grillini avevano versato oltre 3 milioni. Salvo che, fra le beneficiarie del fondo, ecco spuntare un gruppo di Pmi o di società «vicine» ai 5 stelle che aveva attirato le luci dei riflettori. Del Nordest e non solo: la trevigiana Acquavite spa di Vazzola, guidata da Roberto Campagner (1,5 milioni di euro di garanzie), le Grafiche Nardin di Cavallino-Treporti, l’Expo Venice spa di Venezia (presieduta da Colomban), la Pontarolo engineering di San Vito al Tagliamento, la Farmac Zabban e la Netsystem. Non solo Colomban, ma anche altri titolari erano vicini alla Confapri, l’associazione nata alla vigilia delle politiche 2013, con cui Colomban aveva sposato la causa grillina fino a diventare guru economico di Gianroberto Casaleggio e di fatto l’esperto economico del M5. Pressing dei parlamentari grillini? Conflitto evidente degli imprenditori con la loro vicinanza ai 5 stelle? Fra i più infuriati, allora l’europarlamentare trevigiano David Borrelli, pupillo di Grillo e di Casaleggio senior (poi mancato), e con Vito Crimi ai vertici di Confapri. Querele a raffica: «Mai esercitato alcuna pressione», aveva detto, «sono calunnie per gettare fango sul nostro movimento. Per evitare ogni strumentalizzazione abbiamo optato per il versamento a un fondo pubblico». E certo, al ministero dello Sviluppo non si sono mai seduti grillini. Ma la coincidenza aveva fatto parlare di crediti a 5 stelle...E poteva non esser ritirata fuori, oggi, all’indomani della nomina di Colomban, dalla stessa base grillina sui blog?
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