«Commissariati senza contestarci nulla»

VEDELAGO. Silurato dopo aver approvato la sera prima la semestrale della rinascita. Paolo Cavasin (nella foto), presidente per sei mesi del Credito Trevigiano di Vedelago, è sconcertato. E con lui tutto il cda dell’istituto, rinnovato lo scorso febbraio dopo le dimissioni di metà consiglio, “caldamente” suggerite dagli ispettori di Bankitalia. «Sono stati sei mesi di grandi sacrifici per noi, al lavoro ogni giorno, anche per 12 ore di fila. E per i soci», constata il numero uno, decaduto giovedì dopo la nomina a commissario straordinario della Bcc di Nicola Marotta, l’avvocato con studio in Roma e natali a Napoli, arrivato dopo aver chiuso analogo incarico alla banca San Francesco di Canicattì (Agrigento). «Inutili tutti i nostri sforzi di riportare la nostra banca sui binari giusti. Fatiche testimoniate da una semestrale più che positiva», continua Cavasin, che dopo la pausa al Credito Trevigiano si prepara a rientrare alla Latterie Venete, «Ci hanno dato il benservito senza mai contestarci nulla in questi mesi». E in effetti Cavasin e i suoi hanno eseguito, diligenti e a testa bassa, tutti i compiti per casa lasciati loro dagli ispettori di Banca d’Italia, partiti da Fanzolo lo scorso aprile dopo quattro mesi di inquisizione sui libri contabili - e non solo - del Trevigiano. «Mercoledì ci siamo fermati fin oltre le 22 per approvare la semestrale», racconta l’ultimo cda l’ormai ex presidente, «Da inizio anno siamo cresciuti in tutto. Abbiamo ripianato quel buco di 42 milioni di euro che ci aveva fatto chiudere il 2013 in perdita, per la prima volta nella storia del nostro istituto». Snocciola dati e parametri: «I primi sei mesi hanno registrato un utile di 3 milioni di euro e un tier 1 (semplificando l’indice di solidità della banca, ndr) pari al 12 per cento in linea con i cugini crediti cooperativi sani. Abbiamo tagliato i costi, dimezzando tra l’altro i compensi agli amministratori e sforbiciando alla grande in spese di rappresentanza, ...».
Ma la spending rewiew operata dal cda capitanato da Cavasin non ha convinto Banca d’Italia. Quale la grave irregolarità amministrativa prevista dal comma 1 lettera a del testo unico delle banche (tub) per giustificare il comissariamento? Cavasin e i suoi non hanno risposte. Ora hanno 30 giorni per presentare le controdeduzioni alla relazione degli ispettori di Banca d’Italia. (adm)
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