Concorso per medici urgentisti in Veneto, solo 42 candidati per 119 posti
Delle 42 candidature la metà proviene da specializzandi. Banditi 20 posti per le Usl di Padova, Verona e Belluno.L’assessora Lanzarin: «La carenza di personale è una delle sfide più rilevanti per la nostra regione»

Centodiciannove posti a bando e appena quarantadue domande. Ventuno, se si considerano le sole candidature dei medici specialisti, fortunatamente raddoppiate dai colleghi laureati in Medicina, ma che ancora studiano per ottenere la specializzazione.
È l’ennesimo risultato desolante che accompagna l’ennesimo concorso bandito da Azienda Zero, per reclutare medici dell’Emergenza-Urgenza per i reparti di Pronto soccorso dei nostri ospedali.
I posti messi a bando
Venti posti per le aziende sanitarie di Belluno, di Padova e di Verona, e poi sedici per quella del Veneto orientale, quindici per la Serenissima, tredici per la Berica, otto per quella di Treviso, tre per la Pedemontana, due per l’Azienda ospedaliera di Verona e poi un unico posto per l’Ao di Padova e per l’Usl Polesana. Le candidature? Sono l’esemplificazione della raggiunta incapacità della sanità pubblica di attrarre professionisti.
«Carenza di personale? una sfida»
«La carenza di personale sanitario è una delle sfide più rilevanti che il nostro sistema sanitario sta affrontando» l’ammissione della stessa assessora veneta alla Sanità, Manuela Lanzarin, nel parlare dei primi risultati raggiunti dal piano regionale di contrasto alla carenza di lavoratori, negli ospedali, «Il nostro impegno punta a garantire condizioni di lavoro migliori per i nostri operatori e attrarre nuovi professionisti, mettendo in atto strategie concrete per trattenere le competenze all'interno del nostro sistema sanitario».
Borse di specialità non assegnate
Ma la tendenza degli ultimi anni, sospinta dalla pandemia, non accenna a cambiare. I medici continuano a preferire la sanità privata: più conveniente da un punto di vista orario e remunerativo. E a soffrirne sono infatti soprattutto le specialità che non consentono sbocchi nella sanità privata: l’Emergenza-Urgenza su tutte. Si pensi che, nell’anno accademico iniziato all’Università di Verona, i medici che hanno deciso di iscriversi alla specialità che forma specialisti dei Pronto soccorso sono appena sei, a fronte di 49 posti messi a bando. E la situazione non è particolarmente migliore a Padova, con 25 aspiranti medici dell’Emergenza-Urgenza e 40 borse a disposizione.
È così quest’anno, era così gli anni scorsi, e allora i Pronto soccorso degli ospedali del Veneto vengono gestiti in larghissima parte da cooperative private, che hanno ottenuto l’appalto per gestire il servizio in esclusiva.
Gli specializzandi
D’altra parte, se tra tutti gli ospedali del Veneto si stima che manchino circa 3 mila professionisti, evidentemente un motivo c’è. Mancano i medici dell’Emergenza-Urgenza, mancano quelli di Anestesia e Rianimazione. Che poi sono anche le specialità rimaste in prima linea, nei mesi più duri della pandemia. Evidentemente, ci sono ancora degli strascichi.
Intanto, negli ospedali del Veneto continuano a lavorare gli specializzandi, assunti per coprire posti normalmente previsti per professionisti “fatti e finiti”: con la specialità in tasca, in sintesi. Ma, d’altra parte, se questi non ci sono, è necessaria un’alternativa, per allontanare lo spettro dell’interruzione di pubblico servizio. E così gli specializzandi continuano a “salvare” i concorsi di Azienda Zero, altrimenti senza candidati.
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