Conti segreti dell’ex boss Maniero, le prove del tesoretto in Svizzera
“Monastero” è il nome in codice di quello aperto dal dentista Di Cicco, in carcere assieme al broker Brotini con l’accusa di riciclaggio. I pm hanno depositato 700 pagine all’udienza preliminare
VENEZIA. Nome in codice: “Monastero”. Si chiamava così uno dei conti correnti segreti che Riccardo Di Cicco, il dentista di Fucecchio (Firenze), ex cognato di Felice Maniero, aveva aperto in Svizzera, alla Deutsche Bank: in deposito c’erano oltre 4,5 milioni di euro. Secondo l’accusa dei pm della Direzione distrettuale antimafia, Paola Tonini e Giovanni Zorzi, Di Cicco avrebbe riciclato oltralpe il tesoro dell’ex boss della Mala del Brenta – 17 milioni di euro quanto dichiarato da “Felicetto” davanti ai pm, frutto di anni di criminalità tra spaccio, rapine e traffico di armi – con la complicità del broker Michele Brotini. È servita una rogatoria in Svizzera perché nei giorni scorsi arrivasse a Venezia la prima tranche di documenti dalla Deutsche Bank. Ieri i pm hanno depositato il malloppo – quasi 700 pagine – in apertura dell’udienza preliminare a carico di Di Cicco, Brotini, entrambi arrestati a gennaio e tuttora detenuti, e di Noretta Maniero, sorella dell’ex boss ed ex moglie di Di Cicco, accusati di aver riciclato il tesoro di “Faccia d’Angelo”.
Il conto.
Quello scandagliato da pm e finanzieri attraverso la rogatoria è un conto corrente cifrato, considerato in terra elvetica il simbolo di massima discrezione e privacy. Si tratta infatti di un deposito il cui titolare è conosciuto da una o pochissime persone all’interno della banca, tanto che il cliente si identifica non con il nome, ma con una sigla o una parola chiave. Il conto era stato aperto nel 2003, i 4,5 milioni erano arrivati tutti assieme da altre banche svizzere nell’ambito dei diversi spostamenti del “tesoro”. Le stringenti regole elvetiche in materia di riciclaggio prevedono che l’apertura del conto avvenga attraverso un fiduciario. È Brotini, broker che al tempo lavorava per la Deutsche Bank, a presentare Di Cicco, dipingendolo come una persona facoltosa, odontoiatra affermato, proprietario di vari immobili di lusso. Nonostante Di Cicco fosse l’intestatario, i documenti arrivati in Procura hanno permesso di evidenziare come Brotini avesse la delega per controllare i movimenti. Il conto viene pian piano svuotato fino al 2010, quando viene estinto: i soldi vengono spostati in altre banche svizzere con varie operazioni. Lo stesso Di Cicco, il 19 gennaio nell’interrogatorio di garanzia, aveva parlato di uno dei conti per il riciclaggio, aperto nel 1995: «La consegna (di Maniero,
ndr
) era di custodire l’importo e di depositarlo. Mi recai in Svizzera e accesi un conto in Ginevra presso una banca, mi pare la Deutsche Bank. Preciso che non portai materialmente l’importo in Svizzera, ma lo stesso in varie parti venne prelevato da vari soggetti incaricati dalla banca svizzera. (…) Gli importi vennero poi con varie operazioni spostati in altre banche, site in Lugano». Di Cicco parla di 11 milioni, che Maniero avrebbe iniziato a chiedergli indietro scaglionati attraverso “pizzini” con messaggi minacciosi. A consegnare i soldi era un cosiddetto “spallone”, titolare di un’agenzia finanziaria in Svizzera, che portava i soldi a Di Cicco, il quale li consegnava alla compagna di Maniero. Questo fino a metà del 2015, quando il flusso di restituzione si era interrotto. Dopo pochi mesi, l’ex boss della Mala aveva deciso di vuotare il sacco con i pm. Le difese degli imputati attendono di analizzare i nuovi documenti: a loro dire, la partita si gioca sulle date delle transazioni, su importi e restituzione.
Di Cicco vuole lo sconto.
Ieri il legale del dentista, l’avvocato Giulio Venturi, ha anticipato la volontà di chiedere il rito abbreviato che consente lo sconto di un terzo della pena e di evitare il dibattimento. Nulla è stato deciso dai legali di Brotini (Marco Rocchi) e Noretta Maniero (Antonio D’Orzi). I pm hanno chiesto che il dentista sia sentito in incidente probatorio, in particolare sul rapporto con Brotini, che ieri era in aula. Il gup Vicinanza scioglierà la riserva il 6 dicembre. Se la richiesta di incidente probatorio verrà accolta, Di Cicco sarà sentito quella stessa mattina. Il giudice dovrà pronunciarsi anche sull’eccezione territoriale sollevata dalle difese, secondo cui il procedimento dovrebbe essere trasferito a Firenze.
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