Coronavirus in Veneto, Zaia a caccia di influencer per far ripartire il turismo

Il governatore: "Basta fiere e cartelloni, servono strategie nuove". E cita Oprah Winfrey

PADOVA. Il governatore del Veneto Luca Zaia recluta influencer per fare ripartire il turismo. "Bisogna uscire dai canali classici e andare su opinion leader dei paesi esteri, fare campagne con testimonial. Penso a Oprah Winfrey negli Stati Uniti. Se lei dicesse di venire a fare le vacanze in Veneto sarebbe un messaggio importante".

Nella conferenza stampa del 1 maggio il presidente della regione pensa a quello che sarà il dopo su vari fronti. Il turismo è senza dubbio un comparto messo in grossa difficoltà dal Coronavirus e dai suoi effetti. "Il Veneto perde 50 mila posti di lavoro e, di questi, 35 mila sono del turismo. Ci sono persone che fanno campare le famiglie ma anche studenti che si pagano gli studi. Per questo dobbiamo fare di tutto e sfoderare l'artiglieria pesante per far ripartire la macchina. Basta fiere e cartelloni pubblicitari, serve una strategia nuova. Ci sono molti fenomeni turistici che si sono creati con gli opinion leader: penso a Formentera o alle Canarie".

Zaia commenta anche la notizia dell'apertura di un corridoio per le vacanze Germania-Austria-Croazia. "Fa male leggere certe notizie e fa male sapere che ai tedeschi sarebbe stato proibito programmare vacanze fino al 15 giugno. E' compito nostro spiegare ai turisti che il Veneto è il posto più sicuro al mondo, anche per via della sua sanità". Proprio sul fronte della sanità c'è un nuovo importante investimento.

"Vogliamo attrezzarci per fare almeno 30 mila tamponi al giorno e per questo abbiamo deciso di acquistare tre macchinari per Treviso, Vicenza e Venezia, come quelli che già ci sono a Padova e di cui si sta dotando Verona. Costano 250 mila euro l'una e consentono di fare 9 mila tamponi al giorno ciascuna". Si conferma dunque la strategia dei tamponi anche per la prossima stagione, in vista di una nuova ondata di epidemia. 

"Ora - ha aggiunto - abbiamo una capacità di 11-12 mila tamponi quotidiani». «Speriamo - ha auspicato - che i parametri siano affrontabili. Questo è un aspetto che ho contestato formalmente al Comitato tecnico-scientifico: si parla tanto dei numeri dei contagiati come parametro: ma se uno non fa tamponi, non ha contagiati. Finisce che il virtuoso viene più penalizzato di quello che non li fa. Ora siamo a circa 350 mila. Non ci sono altre realtà che hanno fatto tanti test come noi. A questo si aggiungono i 700 mila test rapidi che stanno tutti andando fuori come attività di screening preparatoria al tampone". 

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