Valanga sulla Forcella Giau travolge tre scialpinisti: morta una donna
Sono stati estratti da sotto un manto di tre metri di neve dal Soccorso alpino. Elisa De Nardi, 40enne di Conegliano, è risultata da subito gravissima. Elitrasportata all’ospedale di Treviso, è morta in serata

Travolti dalla valanga a Forcella Giau, in un giorno di rischio marcato. Tre scialpinisti di Conegliano e Aviano sono stati estratti da un manto di tre metri di neve marcia e instabile dagli uomini del Soccorso alpino e dai loro cani e rianimati dai sanitari del Suem 118: due fratelli di Conegliano e uno straniero. Non ce l’ha fatta Elisa De Nardi, 40 anni. Risultata da subito gravissima, è stata trasportata all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso e ricoverata nel reparto di Terapia intensiva; è morta in serata.
Il 38enne statunitense Anchundia, che lavorerebbe alla base Nato di Aviano (Pordenone), si trova in codice 3 ed è stato portato all’ospedale all’Angelo di Mestre.
Infine, il 51enne Andrea De Nardi è stato immediatamente tirato fuori dal quarto scialpinista non coinvolto dal distacco ed è stato accompagnato al Pronto soccorso del Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore in stato di ipotermia e un trauma a una caviglia.
Lo sciatore illeso è stato recuperato dal Soccorso alpino della Guardia di finanza e portato nella caserma di Cortina per essere interrogato su quello che era successo. Provocare una valanga è un reato penale (articolo 426 del Codice, da cinque a 12 anni di reclusione), fare scialpinismo in una giornata così sfavorevole, come minimo, imprudenza e noncuranza per chi poi deve venire a salvarti. Nel caso specifico, mettendo a rischio la propria di vita e quella dei cani da valanga, che ancora una volta sono stati determinanti, come gli attrezzi di soccorso.

Piove in Valbelluna, mentre lassù, a 2300 metri, ci sono 7 gradi sotto zero e nevica. Il bollettino meteo è chiarissimo e quello delle valanghe emesso dall’Arpav ancora meno incoraggiante. Ci sono scialpinisti, anche molto esperti di sci, zaini e pelli di foca, che decidono di passare la domenica in maniera alternativa, perché su quella nevaccia non si avventurerebbero mai, ma non questi quattro, che probabilmente avevano programmato l’escursione e non si fanno convincere a desistere nemmeno dalla scarsa visibilità. Potrebbero essersi conosciuti in quota, dopo un primo contatto sui social network.
Verso le 13 sono a Forcella Giau, quando si verifica il distacco di un muro di neve, che poi si scompone in diverse parti e travolge per primo Andrea De Nardi, che ha la fortuna di essere subito individuato e riportato in superficie dal compagno vicino, mentre la sorella Elisa e Anchundia vengono inesorabilmente trascinati più a valle.
Parte una telefonata al 118 e la centrale operativa del Suem fa decollare l’eliambulanza Falco dalla base di Pieve di Cadore. Il velivolo giallo riesce a trovare un varco tra le nuvole e a sbarcare equipe medica, tecnico di elisoccorso e unità cinofila con il cane, mentre l’elicottero trevigiano Leone prova ad avvicinarsi e quello di Bolzano è costretto a tornare indietro.
Parte delle squadre del Soccorso alpino di San Vito di Cadore, Cortina, Alleghe - Val Fiorentina, Livinallongo e della Guardia di finanza sale con gli sci e parte elitrasportata, così come una seconda unità cinofila: una quarantina di soccorritori in tutto, per tentare un’operazione non facile e, per di più, molto rischiosa.
Il secondo sciatore, Anchundia viene individuato con l’Artva e tramite i sondaggi sotto due metri di neve. Riportato in superficie in arresto cardiaco, il personale medico comincia subito le manovre di rianimazione. Imbarcato poi da Falco è trasportato all’ospedale dell’Angelo di Mestre.
Più difficile l'individuazione di Elisa De Nardi, perché i segnali Artva indicavano un punto, ma le sonde non riuscivano a raggiungerla, dal momento che si trovava a oltre tre metri di profondità. Quando anche il cane di un’unità cinofila comincia a scavare, i soccorritori si concentrano in quel preciso luogo e iniziano ad abbassare il livello della massa nevosa, finché il sondaggio rivela finalmente l’esatta posizione della donna. Estratta dalla neve in gravissime condizioni, è trasportata da Leone all’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, in codice 3. Intorno alle 22 è morta.
Quello che sta meglio è il primo sciatore, che è stato trasportato all’ospedale Giovanni Paolo II di Pieve di Cadore. L’uomo è stato accettato in ipotermia e con un trauma a una caviglia, ma se la caverà senz’altro nel giro di poco tempo.
Sul posto della valanga, si stavano portando anche i vigili del fuoco del distaccamento di Cortina, che però non hanno dovuto intervenire, Da Venezia, era partito l’alicottero Drago, che è stato costretto ad atterrare alla piazzola di Fiames, alle porte di Cortina. La missione non è servita a niente, ma almeno i tre scialpinisti sono stati recuperati e rianimati. Il recupero non sarà semplice.
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova