Covid, in Veneto nuovi casi in calo di quasi il 20 per cento

Il rapporto settimanale della Fondazione Gimbe sull’andamento della pandemia riferito all’ultima settimana di agosto: in tutta Italia siamo in una fase di plateau e finalmente calano anche i decessi 

Health worker wearing overalls performs rapid antigen tests for COVID-19 in a medical office, Rome, Italy, 17 November 2020. ANSA / ETTORE FERRARI
Health worker wearing overalls performs rapid antigen tests for COVID-19 in a medical office, Rome, Italy, 17 November 2020. ANSA / ETTORE FERRARI

VENEZIA. Nell’ultima settimana in Italia tornano a scendere contagi (-15,8%) ma «da metà agosto la curva è in fase di plateau, al di là di modeste oscillazioni». È quanto si legge nel monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe sul coronavirus. In calo, sottolinea il rapporto, le terapie intensive (-11%), i ricoveri ordinari (-14,9%) e il numero dei decessi (24,4%).

Quindi un avvertimento: ci sono nel nostro Paese 15,2 milioni di over 60 e fragili scoperti quindi è inutile e rischioso aspettare i vaccini aggiornati (che arriveranno entro fine mese), fare quarta dose subito.

Per quanto concerne il Veneto, i nuovi casi sono in calo del 19,4 per cento e sono sotto media nazionale le percentuali di occupazione dei posti letto in area medica (6,6%) e in terapia intensiva (1,9%). 

Nel dettaglio, il monitoraggio della Fondazione Gimbe rileva, nella settimana 24-30 agosto, una diminuzione dei nuovi casi (149.701 vs 177.877). Si registra un incremento dei casi in sole 9 province. In calo gli indicatori ospedalieri (-951 posti letto in area medica, -28 in terapia intensiva) e i decessi (574). Ferme le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino (88,2% della platea) e di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,7% della platea), si legge nel rapporto. Mentre sono 6,82 milioni i non vaccinati, di cui 1,25 milioni di guariti protetti solo temporaneamente.

Inoltre 7,61 milioni di persone non hanno ancora ricevuto la terza dose, di cui 2,46 milioni di guariti che non possono riceverla nell’immediato. Flop delle quarte dosi: solo 2,26 milioni di somministrazioni.

Infine una buona notizia: nonostante i ripetuti allarmi, la variante Centaurus non prende il sopravvento su Omicron 5 e il "vecchiio” vaccino rimane un’arma eccellente contro la malattia grave.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova