Crac BpVi. Sorato è gravemente ammalato ma guida la Maserati ai 180 orari

VICENZA. Quanto ammalato è Samuele Sorato, l’ex direttore generale della Banca popolare di Vicenza? È in grado di sostenere il processo che lo vede imputato di aggiotaggio, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto? È su questo interrogativo, e sulla perizia depositata dagli esperti incaricati dal tribunale collegiale presieduto dal giudice Cuzzi, che ieri è ruotata la lunga udienza, iniziata alle 10.07 e terminata intorno alle 16.
Un passaggio trasformatosi in una battaglia processuale tra l’accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, e la difesa dell’ex manager di BpVi affidata agli avvocati Fabio Pinelli e Alberto Berardi.
Gli esperti del tribunale, il professor Carlo Moreschi e il dottor Antonio Cinque, al termine della loro perizia, un documento di 40 pagine, spiegano che «la tipologia del processo e la numerosità delle parti coinvolte lascia prevedere che per il suo svolgimento saranno necessarie molte e lunghe udienze e per tale motivo si ritiene che le condizioni psico-fisiche del signor Sorato, controindichino la sua partecipazione a questo processo».
Aggiungendo poi in merito al quadro clinico dell’imputato e all’attuale situazione pandemica che «essendo la frequentazione di luoghi affollati considerata un fattore di rischio per contrarre il Covid riteniamo non consigliabile, da parte del signor Sorato, la frequentazione di aule di tribunale affollate, condizione che, invece, sarebbe verosimilmente inevitabile in un processo come questo». Conclusioni peraltro accolte anche dai consulenti di accusa e difesa.
Ma in udienza intervengono due episodi. Il primo legato proprio al Covid, malattia contratta e superata da Sorato il mese scorso dopo la visita a cui era stato sottoposto dai due periti e senza che loro ne avessero però avuto notizia.
L’altro elemento, che porta allo scontro aperto tra procura e difesa, è invece rappresentato da un supplemento di indagine, svolto dai pm, sull’imputato. Sorato ai periti aveva spiegato che, date le sue condizioni psico-fisiche, aveva deciso di non guidare più l’auto, preferendo farsi sempre accompagnare in caso di spostamenti; la procura ha invece dimostrato che non è così. Producendo una serie di documenti è stato spiegato che l’ex dg di BpVi non solo aveva rinnovato la patente di guida, ma che a bordo della sua Maserati Levante, per motivi di famiglia, dopo la visita peritale si è spostato, sempre da solo, tra la provincia di Venezia e Milano in almeno tre occasioni. In una poi, lungo l’A4, avrebbe pure seminato i finanzieri che, a bordo della loro Alfa, ai 180 all’ora, lo avrebbero comunque “perso”.
Insomma, in base anche alle ulteriori indagini, che il giudice ha accolto nonostante l’opposizione della difesa, secondo i pm Pipeschi e Salvadori Samuele Sorato, nonostante la sua grave patologia, può stare a processo; e controindicazione non è sinonimo di «impossibilità assoluta». Il Tribunale si esprimerà il 5 maggio. —
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