Cresce il catering di Ligabue

Il presidente del gruppo: «Fatturato a quota 300 milioni, il 70% arriva dall’estero»

VENEZIA. Navi da crociera, piattaforme, traghetti: il gruppo Ligabue Catering, nato a Venezia nel 1919, è uno fra i più importanti player nei servizi di approvvigionamento e ristorazione nel mercato marittimo e industriale, con una particolare vocazione per le comunità di lavoro che operano in siti minerari in luoghi estremi come le piattaforme di estrazione nelle distese oceaniche internazionali o nei deserti e nei comparti delle navi da crociera, i traghetti e i cargo commerciali.

Il gruppo è presente in una quindicina di paesi fra cui aree come l'Angola, il Congo, l'Arabia Saudita, il Kazakistan, l'Algeria, il Perù e il Brasile. Nel gruppo è entrato il Fondo italiano con una quota del 30%, mentre ne è uscito il fondo veneto Alcedo Sgr che vi era impegnato da alcuni anni a supporto del passaggio generazionale che ha portato agli attuali vertici. «Il 70% del nostro fatturato lo realizziamo all'estero - spiega il presidente Inti Ligabue, figlio di Giancarlo e nipote di Anacleto, il fondatore - e contiamo di chiudere l'esercizio 2016 con un fatturato di 300 milioni, contro i 271 dello scorso anno. Dobbiamo riconoscere il grande supporto che ci ha dato Sace nel 2012 con il sostegno e l’ emissione di bond, ad un investimento rivolto alle navi da crociera. Il momento per noi era difficile ed aggravato dalle condizioni generali di credit crunch da parte degli istituti bancari». Con il sistema Sace-Simest, attualmente, Ligabue ha all'attivo quattro operazioni fra garanzie finanziarie e polizze di fidejussione, ai quali potrebbe presto aggiungersi un altro intervento a tutela di investimenti nel Medio Oriente e in Africa.

«La diversificazione delle aree geografiche è un punto che ci sta molto a cuore», aggiunge ancora Ligabue, proprietario del gruppo al 70% «e intendiamo crescere per linee esterne sul mercato europeo attraverso acquisizioni di soggetti attivi nella fornitura sia nel campo marittimo che in quello industriale».

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