Cricca sanità: soldi a Tosi, assedio a Coletto
VENEZIA. Nel Veneto, l’ombra dell'inchiesta sulle tangenti nella sanità lombarda si proietta in due direzioni. A Verona, dove la Fondazione del sindaco Flavio Tosi, “Ricostruire il Paese”, risulta beneficiaria di un contributo pari a 10 mila euro; e all’ospedale di Camposampiero, nel Padovano, chiamato in causa per presunte pressioni volte a favorire la nascita dell'Unità operativa semplice di Endoscopia e la conseguente nomina a responsabile del dottor Franco Pincini. Né il politico né il medico risultano indagati, entrambi però sono citati nelle conclusioni del pubblico ministero di Monza e nelle ordinanze di custodia cautelare del gip che hanno mandato in carcere 21 persone, incluso il consigliere regionale leghista Fabio Rizzi, braccio destro del governatore Maroni, ieri interrogato per due ore in cella dal giudice Rosaria Pastore.
BONIFICO DEL 29 MAGGIO 2015. Nel dettaglio, per ciò che riguarda Tosi, c’è il riscontro di un bonifico versato alla sua Fondazione, il 29 maggio 2015, dalla Pangea Onlus, una società riconducibile all’imprenditrice Maria Paola Canegrati, la “zarina delle dentiere” che l’accusa definisce «capo indiscusso dell’intero sistema» fondato su affari e bustarelle. Tosi non contesta l’avvenuto finanziamento, nega però di conoscere il mittente: «Su circa 500 mila euro di contributi privati ricevuti dal comitato elettorale per la campagna regionale del Veneto, 10 mila sono stati inviati - suppongo per conoscenza di amici e sostenitori lombardi - con regolare e tracciabilissimo bonifico bancario dalla Pangea Cooperativa Sociale Onlus, erogatrice di servizi socio-sanitari, la cui titolare non conosco né ho mai conosciuto», fa sapere in una nota; e commenta: «Mentre c'è qualcuno che, in modo poco trasparente, aggirando le norme per il finanziamento delle campagne elettorali, non ha mai reso noti i suoi finanziatori, io, andando oltre gli obblighi di legge, li ho sempre pubblicati o, quando ciò non era obbligatorio, trasmessi alla Procura della Repubblica per eventuali accertamenti». Attenzione: il finanziamento, sollecitato da Rizzi, giunge due mesi dopo la cacciata dalla Lega di Flavio Tosi e alla vigilia del voto regionale dal quale è evidente che il veronese - avversario di Luca Zaia - non uscirà vincitore. Perché, allora, questa captatio benevolentiae? L’ipotesi investigativa è che la cupola lombarda abbia agito con il sistema della “rete a strascico”, privilegiando non i partiti in astratto ma le singole personalità accreditate di conoscenze e agganci nella sanità: un microcosmo complesso che Tosi, già assessore in Regione, conosce in modo approfondito.
MANTOAN ORDINA LA VERIFICA. Più intricato il capitolo Camposampiero, dove il direttore della sanità veneta, Domenico Mantoan, ha avviato prudenzialmente una verifica interna. Le intercettazioni dei carabinieri documentano l’«interessamento» di Rizzi e del suo factotum Mario Valentino Longo per «la creazione ex novo di un’Unità Operativa Semplice all’interno dell’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia dell’Ospedale di Camposampiero, al fine di favorire un amico di Longo, il dottor Francesco Pincini (di estrazione professionale lombarda ndr), che, una volta costituita la struttura, sarebbe naturalmente stato destinato a dirigerla», forte anche del sostegno del primario di Gastroenterologia Diego Fregonese. All’epoca - è il maggio 2014 - il direttore generale dell’Ulss Alta Padovana era Francesco Benazzi, destinatario di una telefonata di “raccomandazione” da parte di Longo: «Può essere, sinceramente non lo ricordo», dichiara Benazzi, oggi dg a Treviso «di chiamate del genere, che segnalano tizio e caio, ne ricevo a centinaia. Io ascolto tutti, poi agisco secondo criteri professionali. Nel caso dell’Unità semplice, si trattava di un atto ordinario, concertato con le organizzazioni sindacali, per la nomima del responsabile mi sono affidato al primario, il più qualificato a fornire un’indicazione tecnica. Pincini? L’avrò incontrato una volta o due, lo ritengo comunque un ottimo professionista». Diversa la versione di Longo che, nel rassicurare Pincini, rivendica baldanzosamente - «Gliel’ho imposto» - un’influenza determinante nella scelta operata dal dg. Vanterie? Millantato credito per “accalappiare” l’interlocutore in vista di qualche fornitura redditizia?
DA BENAZZI ALL’ASSESSORE. L’interrogativo rispunta in un passo successivo del dialogo intercettato con Benazzi, laddove l’attivissimo Longo alza il tiro - «Ne ho parlato con l'assessore vostro, cioè con Luca Coletto» - lasciando intravedere solide entrature in ambito leghista. «Massì, Rizzi e Longo sono venuti a Verona a rompermi i c... ni», ribatte Coletto «per un po’ li ho ascoltati, poi, quando hanno iniziato a parlare di nomine, li ho mandati a quel paese. Io i pasticci di questo genere li lascio ad altri».
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova