Dalla corruzione alla corrosione: ecco tutte le grane del Mose ancora da risolvere

La conclusione dell'opera, il nuovo equilibrio ambientale tra mare e laguna, il nodo dela gestione e delle spese di manutenzione lievitate per guai non preventivati tra fondali, cerniere e valvole

VENEZIA.Una storia lunga mezzo secolo. Costellata di polemiche, inchieste, sprechi, errori e ritardi infiniti. Sabato 3 ottobre per il Mose finalmente una buona notizia. Funziona anche in condizioni di acqua alta e con il vento (moderato) di scirocco. Ennesimo test. Perché l ’opera non è finita. Lo sarà, forse, il 31 dicembre del 2021.

Di Mose si comincia a parlare negli anni Ottanta. Nel 1984 il Parlamento approva all’unanimità la seconda Legge Speciale, la 798 del 1984. Introduce la «concessione unica», cioè il monopolio di lavori in laguna, e la affida al Consorzio Venezia Nuova, pool delle maggiori imprese di costruzione italiane. Impregilo (poi sostituita da Mantovani), Condotte, Fincosit, cooperative.

Il monopolio viene giustificato come l’esigenza di portare avanti un’opera «unica al mondo». Ma produce anche corruzione e malaffare. Nei primi anni Duemila a capo del Consorzio c’è Giovanni Mazzacurati, ingegnere della Furlanis molto introdotto negli ambienti politici e religiosi. Il suo dominio assoluto crolla nel 2014. Quando la Finanza e la Procura veneziana avviano la grande inchiesta per corruzione. Molti dei soldi della salvaguardia servivano per corrompere funzionari e costruire il consenso.

Un consenso che arriva sempre, anche nei momenti più difficili. Il Mose viene bocciato nel 1998 dalla Valutazione di Impatto ambientale, poi messo sotto inchiesta dall’Unione europea per i danni ambientali provocati dai grandi cantieri a Malamocco e al Lido.

Il sollevamento delle dighe a Chioggia, Venezia, 10 luglio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA CONSORZIO VENEZIA NUOVA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++
Il sollevamento delle dighe a Chioggia, Venezia, 10 luglio 2020. ANSA/UFFICIO STAMPA CONSORZIO VENEZIA NUOVA +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

Contestato da esperti internazionali, criticato sui suoi aspetti tecnici. Come potrà una grande opera vivere sott’acqua? Ma il Mose passa ogni esame. Milioni di euro per i collaudi, pareri favorevoli dai Comitati tecnici, costi quadruplicati. I progetti alternativi, proposti nel 2006 dalla giunta di Massimo Cacciari, non vengono presi in considerazione da Prodi e Berlusconi.

Con la Legge Obiettivo di Lunardi, tutti i fondi della Legge Speciale vengono dirottati sulla grande opera. Per la manutenzione della città non resta un euro. Finché scoppia lo scandalo. La struttura del Consorzio viene commissariata.

Il presidente Anac Cantone in accordo con il prefetto di Roma nomina due amministratori straordinari, Luigi Magistro e Francesco Ossola. Diventeranno tre con l’arrivo dell’Avvocato dello Stato Giuseppe Fiengo. I commissari sollevano veli antichi. Scoprono bilanci aggiustati e lavori malfatti, contestano alle imprese i danni subiti dallo Stato.

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La risposta sono cause legali e richieste di risarcimento. Imprese ed establishment premono per avere mani libere. I lavori vanno a rilento, anche se i commissari realizzano impianti e correggono errori evidenti costati centinaia di milioni di euro alla collettività – il jack-up che non funziona, la conca di Malamocco danneggiata e troppo piccola per le navi, le dighe foranee del Lido che crollano il giorno dopo il collaudo.

La lista delle criticità è lunga. Valvole, tubi, giunture che fanno acqua, cerniere corrose. Sabbia che entra nei cassoni sul fondale. Costi di manutenzione aumentati in modo esponenziale. Nel novembre 2019, dopo l’Acqua granda, arriva il Commissario Sblocca cantieri. Adesso la nuova Autorità per la laguna.

Il resto è storia di oggi. E dei prossimi anni.

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