Dalle Dolomiti fino a Venezia: sotto con il “Cammino di Luciani”

Un gruppo di lavoro sta studiando l’itinerario. Caner: «Lo metteremo in rete con le vie dei siti Unesco»
Francesco Dal Mas
Messa commemorativa per Papa Luciani a Canale
Messa commemorativa per Papa Luciani a Canale

BELLUNO. La Via dei Papi – da Lorenzago a Canale d’Agordo, e da qui a Belluno, Vittorio Veneto è Venezia – va rilanciata, tenendo conto della prossima beatificazione di papa Luciani. È quanto sostenuto nell’incontro conclusivo della tre giorni di Greenaccord, il coordinamento internazionale che ha visto radunati a Col Cumano e al santuario di San Vittore, giornalisti, studiosi dell’ambiente, operatori culturali, tanti di loro molto vicini al Vaticano.

I percorsi dedicati a Giovanni Paolo II, in Cadore, e a Giovanni Paolo I, in Agordino, lanciati ancora una dozzina di anni fa, sono rimasti sulla carta. Compaiono on line, ma privi di una definizione organizzatuiva. Per alcuni tratti se n’è fatto carico il Cammino delle Dolomiti, inglobandoli nella sua mappa; i sentieri compiuti dal papa polacco nei suoi sei soggiorni cadorini sono, infatti, tra i percorsi più suggestivi che si possono compiere. Ma gli itinerari di Luciani non sono stati ancora individuati, almeno nelle loro caratteristiche. Eppure il turismo slow passa anche da questi percorsi, quindi bisogna insistere

«Questo è il nostro proposito», ammette l’assessore regionale al turismo, Federico Caner. «La pandemia ha rallentato i programmi che avevamo al riguardo, ma adesso recupereremo, mettendo in rete questi e altri Cammini. La cosa si fa interessante perché le vie dei papi intrecciano anche i Cammini Unesco, dalle Dolomiti alle Colline del Prosecco fino a Venezia».

Paolo Piacentini, uno dei maggiori esperti italiani di cammini, fondatore e già presidente di Federtrek, sostiene che proprio questa è una delle forme più importanti di turismo e di sviluppo sostenibile: «Camminare nei luoghi dove la montagna soffre», ha detto a San Vittore, «vivere in prima persona l’emergenza continua in cui viviamo, è l’approccio più giusto per coltivare responsabilità e consapevolezza. Non è la paranoia momentanea di chiudere tutto, non è l’illusione di avere, soprattutto in montagna, pericolo zero, che ci aiuterà a ridurre i rischi. Sarà invece il rapporto di conoscenza profonda e di dialogo con il territorio». Piacentini fa parte, come lui stesso ha specificato, «di un gruppo di lavoro che sta studiando un cammino che va da Venezia alle Dolomiti, un cammino dedicato a Giovanni Paolo I» e per questo ha manifestato l’auspicio che tale progetto «sia definito celermente».

Marco Zabotti, direttore scientifico dell’istituto Beato Toniolo di Pieve di Soligo, ha dichiarato, sempre a San Vittore, di essere ben lieto che «si stiano muovendo importanti decisioni sulla preparazione di un cammino dedicato a Giovanni Paolo I: un itinerario che coinvolgerebbe Belluno e le Dolomiti di Albino Luciani, fino a Venezia, mettendo insieme punti fondamentali di questa area che tocca anche i territori Unesco delle Dolomiti e delle colline del Prosecco . D’altronde, esiste già l’esperienza vincente del cammino dedicato a Papa Giovanni XXIII e quindi questo nuovo percorso sarebbe in linea con quanto già presente in Veneto».

Così Zabotti aggiunge chiavi di lettura ai possibili vantaggi e alle trasformazioni che si possono innescare grazie a un nuovo sistema di territorio: «Le vie dei Santi è una mappa, un percorso che si inserisce in una dinamica nuova del rapporto con il territorio: la fede e il radicamento di popolo, l’equilibrio e l’armonia di paesaggio. La montagna ha bisogno di amici, affiancamento e condivisione, e le due diocesi di Feltre Belluno e di Vittorio Veneto stanno dimostrando come si può fare a costruire la consapevolezza nuova su un patrimonio complesso che sia di tutti».

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