Dall’ospedale al carcere, Carta atteso davanti al gip. Nella rapina a Mestre è stato un lupo solitario
Il bandito 65enne è stato dimesso e portato in cella a Santa Maria Maggiore. La Polizia ha ricostruito l’assalto nessun complice in azione assieme al sardo
MESTRE. Luigi Carta, il bandito di 65 anni che ha cercato di rapinare i soldi del centro commerciale “Porte di Mestre” e ha ferito la guardia giurata Luca Girardini, è stato dimesso dall’ospedale ed è ora rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore. Oggi, 12 settembre, salvo imprevisti, ci sarà l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip.
Il pregiudicato con numerose condanne per rapina e altri reati contro il patrimonio, di origini sarde ma da tempo residente in Friuli, deve rispondere di tentato omicidio e tentata rapina. Uno dei proiettili che ha raggiunto all’inguine Girardini ha sfiorato l’arteria femorale.
Se l’avesse colpita, l’uomo rischiava di morire dissanguato. Il ferito ricoverato all’ospedale dell’Angelo è stato sottoposto ad un intervento per estrarre i proiettili e ora si trova ricoverato in osservazione. Le sue condizioni non sono assolutamente gravi tanto che tra oggi e domani sarà dimesso.
La Squadra Mobile a cui sono state affidate le indagini ha terminato di sentire i testimoni e ha definito quanto è successo nel corridoio dell’uscita di sicurezza dove è avvenuta la sparatoria. Carta sapeva che i vigilantes usavano percorsi alternativi quando uscivano con i soldi prelevati dalla cassa continua del centro commerciale. Era solo da attendere il furgone e controllare dove si fermava. E così ha fatto sabato.
Il rapinatore è arrivato armato di una pistola semiautomatica calibro 9. Pistola “clandestina”. Indossati guanti e mascherina, ha atteso l’arrivo di Girardini nel corridoio dell’uscita di emergenza dove ci sono pure i bagni e davanti alla quale era parcheggiato il furgone con il collega di Girardini. Quest’ultimo, come da prassi, non impugnava la pistola. Infatti i protocolli prevedono che quando il trasporto avviene in mezzo alla gente, il vigilantes per sicurezza non impugni l’arma per evitare pericolose sparatorie. A chiederlo sono gli stessi direttori dei centri commerciali.
Inoltre essendo da sola, se impugnasse la pistola, la guardia giurata non riuscirebbe a compiere il prelievo. Tornando a sabato mattina, Carta era convinto che il vigilantes, una volta trovatosi con la pistola puntata contro, avrebbe mollato il denaro. Il bandito ha atteso tra due porte il vigilantes. Quando questo è arrivato con le due borse di denaro, gli ha puntato contro la pistola e ha preso le due borse con il denaro. Non si aspettava che Girardini reagisse riprendendosi il denaro.
A quel punto Carta spara tre colpi: due colpiscono all’inguine il vigilantes. Il bandito crede di averlo fermato. In realtà Girardini, nonostante sia ferito, cerca di bloccarlo. Il collega della guardia giurata vede la scena e con il furgone abbatte delle transenne per bloccare l’uscita e attirare l’attenzione della gente. Carta capisce di essere in trappola e punta la pistola contro il furgone.
La guardia ferita gli salta addosso e lo colpisce a mani nude, facendolo cadere a terra. Il bandito perde la pistola che il vigilantes raccoglie e la usa per picchiarlo sulla testa. Lo colpisce con i pugni e il calcio della pistola, lasciandolo a terra tramortito. Qui ndi scappa e si rifugia nel furgone. Poi arriva la polizia.
Da una prima visione dei video delle telecamere di sicurezza si nota che Carta è arrivato da solo al centro commerciale con la propria auto. Questo fa escludere che nella tentata rapina siano coinvolte altre persone. Comunque gli investigatori della Squadra mobile stanno verificando, anche visionando le telecamere dei caselli autostradali, se con lui, durante il viaggio, c’erano altre persone. Il fatto che abbia preparato il colpo e agito da solo non sorprende gli investigatori. Infatti il bandito è conosciuto in Friuli come “lupo solitario”.
Fin dagli anni Ottanta, quando ha iniziato a mettere a segno le prime rapine a mano armata in Sardegna, ha sempre colpito in questo modo.
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