Danni a villa Rodella, Galan paga 9mila euro

Giovedì il sopralluogo della Finanza e dei tecnici che hanno verificato la messa in pristino. L’immobile passa a Veneto Banca
Cesaro, Ag. Zangirolami, Cinto Eug. Nella foto: Sopralluogo a Villa Rodella, ex Galan.
Cesaro, Ag. Zangirolami, Cinto Eug. Nella foto: Sopralluogo a Villa Rodella, ex Galan.

CINTO EUGANEO. Ci hanno messo oltre quattro ore per verificare che tutto fosse a posto. Per assicurarsi, cioè, che la famiglia Galan avesse rimediato a quel misfatto che sapeva veramente di beffa: un anno fa, durante il trasloco dalla villa di Cinto Euganeo alla villetta (in confronto alla maestosa Villa Rodella, da qui il diminutivo) di Rovolon, l'ex ministro Giancarlo Galan e la moglie Sandra Persegato avevano infatti ben pensato di portarsi via, assieme alle valigie, anche termosifoni e sanitari. Finanza e Demanio, giovedì mattina, hanno voluto verificare il ripristino della villa (in stato di evidente abbandono, tra erbacce e infestanti al posto del suggestivo giardino e del romantico viale di rose), che ora finirà definitivamente nelle mani di Veneto Banca.

Il sopralluogo. Alle 10 di ieri, nel podere cinquecentesco di via Dietromonte, sono arrivati due militari del Nucleo Speciale Entrate della Guardia di finanza di Venezia, un tecnico del Demanio e il direttore dei lavori, l'architetto Dionisio Fiocco. Già sindaco di Sant'Urbano, Fiocco era stato incaricato dallo stesso Galan di dirigere i lavori di rimessa in ripristino del complesso immobiliare di Villa Rodella. I lavori, cominciati lo scorso 8 febbraio, eseguiti dall'impresa Pagotto di Santa Maria di Sala (Venezia) e terminati con il collaudo di giugno, avevano il compito di riparare al colpo di testa dell'ex governatore che, nell'abbandonare Villa Rodella, aveva spogliato il palazzo di sanitari, termosifoni e rubinetti. La villa era stata sequestrata e poi confiscata quando la sentenza di patteggiamento - a due anni e dieci mesi di reclusione e 2,6 milioni di multa - nei confronti di Galan, accusato di corruzione nel processo per il Mose, era passata in giudicato. Villa Rodella doveva servire proprio per pagare quei 2,6 milioni di euro. Quando a metà ottobre il Demanio è entrato in villa, ecco la sorpresa: oltre agli arredi, che per legge Galan poteva portarsi via, erano spariti anche lavandini, rubinetti “et similia". Un gesto di probabile ripicca (per i legali di Galan era invece dovuto ad una errata e non voluta interpretazione del termine "arredi") che è costata un'indagine per danneggiamenti avviata dalla Procura di Rovigo e che ha portato l'ex ministro al pentimento e al progetto di ripristino dei danni. Per farlo, tra incarichi e lavori veri e propri (non sono stati ricomprati gli elementi asportati, ma reinstallati), pare che Galan abbia dovuto tirar fuori una somma vicina ai 9 mila euro. Ieri il sopralluogo, terminato dopo le 14, è stato stato positivo: Finanza e Demanio hanno accertato l'installazione dei sanitari, la realizzazione di alcune finiture ai caminetti, il ripristino dell'impianto elettrico e della linea telefonica e quello dell'impianto anti-intrusione. Due tecnici hanno verificato la rimanenza di gpl nel serbatoio esterno alla villa e hanno sigillato i rubinetti.

Tutto alla banca. Quale sarà ora il futuro di Villa Rodella? Le chiavi andranno quasi sicuramente a Veneto Banca. A marzo il giudice veneziano Roberta Marchiori ha infatti accolto la contestazione di Veneto Banca sulla decisione di cancellare l'ipoteca per un milione e 750 mila euro della banca sul lussuoso edificio. L'ipoteca era stata avviata a garanzia di un finanziamento che Galan non ha onorato. Ad oggi non è stato depositato alcun ricorso alla Cassazione sulla sentenza della Marchiori, che di fatto mette gli interessi dell'istituto bancario avanti rispetto a quelli dello Stato. Sulla confisca statale, prevale l'ipoteca bancaria. Villa Rodella è di Veneto Banca, e quei 2,6 milioni di euro lo Stato non li vedrà più.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova