Della Valle, ricerca scientifica e innovazione Dal colosso Fidia fino alla sua Epitech group

Il manager/imprenditore con Rita Levi Montalcini alla scoperta di farmaci che simulano i meccanismi della natura 
Paolo Possamai

IL RITRATTO



Francesco della Valle, un manager prima, un imprenditore poi. Due aspetti che in realtà non ha mai disgiunto, sotto un unico senso di responsabilità personale. Il manager romano da amministratore delegato ha portato Fidia Farmaceutici alla soglia di 420 miliardi di lire di ricavi nel 1991, quarta del settore in Italia. Una volta uscito, ha costruito da zero un nuovo percorso imprenditoriale in proprio, fondando prima un vero e proprio ombrello di imprese dedicate alla Ricerca e allo sviluppo, Lifegroup, e poi la Epitech Group. Denominatore comune, la Ricerca. Forse non ci pensiamo, ma il verbo contrario e avversario di “perdere” non è “vincere” ma “cercare”. L’antidoto alla sconfitta e al fallimento, anche per Francesco della Valle, scomparso domenica a Padova all’età di 83 anni, è stato esattamente “cercare” o meglio “ricercare” (che significa cercare a più riprese, come metodo).

Parliamo di ricerca scientifica, come fondamento e espressione di una impresa farmaceutica. Che si chiami Fidia, Lifegroup, Epitech o Innovet, poco cambia. Cambiano ovviamente i volumi del fatturato, il peso specifico sul mercato, le relazioni. Ma la cultura d’impresa tale resta e la propensione a costruire futuro è la medesima.

Visionario non è sinonimo di persona in preda a crisi mistiche o vittima di allucinazioni visive. Ma indica anche persona capace di vedere lontano, oltre il presente. Ecco, Francesco della Valle questo era: un manager prima e un imprenditore poi sempre proteso a vedere oltre, o “guardare in alto”, come amava dire ai suoi collaboratori e ai suoi figli. Un chimico di formazione, capace, però, di comprendere molto bene la portata di scoperte biologiche di avanguardia, come quella del Nerve Growth Factor (NGF) che l’avvicinò a uno dei più grandi neuroscienziati dei nostri tempi, Rita Levi Montalcini. Alle sue intuizioni, una volta uscito da Fidia, si affidò per indirizzare il suo impegno imprenditoriale. «Cerca di capire la strategia che metterebbe in atto la Natura per proteggersi dal danno» gli disse il Premio Nobel nel lontano 1991. Fu lei a muovere i primi passi in tal senso, con la scoperta del meccanismo ALIA.

Nella lungimiranza che lo caratterizzava, Francesco della Valle basò la sua avventura imprenditoriale sullo sviluppo di sostanze capaci di mimare i meccanismi protettivi della Natura, attraverso il meccanismo ALIA. Epitech e Innovet oggi portano avanti un grande progetto di Ricerca e Sviluppo sulle ALIAmidi. Le due Aziende contano un po’ meno di 200 dipendenti, un decimo dei quali ricercatori attivi nei laboratori convenzionati del CNR di Pozzuoli e dell’Università di Messina. La prima ha realizzato nel 2020 circa 18,5 milioni di euro di ricavi e cresce attorno al 10% l’anno, la seconda una dozzina di milioni ed è la leader italiana nel settore veterinario. Epitech in particolare ha focalizzato il suo impegno nel settore della neuroinfiammazione, un meccanismo trasversale che sostiene malattie tra loro anche molto diverse, come il dolore neuropatico e le demenze senili.

Il concetto di innovazione, di evoluzione, di ricerca appunto ha accompagnato la vita di della Valle. Cominciamo con il primo caposaldo: i collaboratori, intesi come portatori di competenze e di saperi rari. «Non c’è dubbio che il concetto anglosassone di intellectual capital» scriveva qualche anno fa il manager romano, ma veneto di adozione da quattro decenni «deve costituire la più grande preoccupazione per una PMI e per il suo imprenditore: con un Intellectual capital molto elevato si vince, con uno basso o inesistente inevitabilmente si perde». Tema fondamentale in una regione che perde capitale umano da tanti anni, anche a favore di Emilia e Lombardia. E poi il secondo caposaldo: la innovazione come mantra (che si fa con risorse umane attrezzate). «L’impresa» scriveva ancora della Valle «soprattutto la PMI, deve oggi operare con la mission primaria di rendere un servizio, grande o piccolo che sia, alla società: un servizio realmente avvertito come utile. In sostanza il profitto è sempre una derivata direttamente proporzionale all’utilità che l’impresa rende disponibile alla società. Ne discende una necessità, pressante imprescindibile, di orientare la PMI a fare cose che altri non fanno, o almeno a farle in modo nuovo».

Naturalmente, all’interno di una traiettoria formidabile, restano tanti altri capitoli. Ne diremo uno ancora: la caparbietà con cui si è battuto per far valere il Diritto e i suoi buoni diritti, in un Paese che per la giustizia ha quasi smesso di combattere. Ci voleva il suo carattere per non darsi per vinto dinanzi al fallimento dichiarato a metà anni ’90 dal tribunale di Padova per le sue creature del gruppo Lifegroup. Un decennio dopo il fallimento è stato revocato, poiché non sussistevano in alcun modo i presupposti. Perché “perdere” non ha il suo antagonista in “vincere” ma in “cercare”, e Della Valle non ha mai smesso. —





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