Dentro la “fabbrica” dei test fai-da-te: «Sarebbe bello averli pronti per Natale»

VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO. Dentro la “fabbrica” dei test fai-da-te sponsorizzati dalla Regione: una bella villetta rosa, in via Bevilacqua a Villanova di Camposampiero, strada chiusa dedicata al campione di ciclismo salese Antonio Bevilacqua, capace di vincere la Parigi-Roubaix nel 1951. Un toponimo che Michele Griggio, 54 anni, probabilmente spera gli porti fortuna. Già perché anche la sua corsa ai test fai-da-te assomiglia tanto alla monumentale classica del Nord, costellata di insidie come lo sono il maltempo e i porfidi.

«Sarebbe bello poterli distribuire nelle farmacie per Natale, solo come test fai-da-te», spiega Griggio, titolare della Mediko Srl, azienda specializzata nella commercializzazione di apparecchiature mediche e di diagnostica dal 2009. Griggio mostra la scatola di un test rapido prodotto dalla Hotgen, azienda di Stato cinese, specializzata in prodotti anti Covid delle dimensioni di una multinazionale. «È vero, puntiamo a commercializzare il test fai-da-te. Ma la strada, appunto, è lunga».
Il tracciamento
Griggio spera che i dati raccolti in queste settimane dalle Microbiologie venete scelte dal dottor Roberto Rigoli siano sufficienti per ottenere il via libera da parte dell’Istituto Superiore della Sanità che deve validare le procedure. Procedure criticate dal prof dell’Università di Padova Andrea Crisanti, che solleva dubbi sulla reale portata dei possibili risultati ottenuti con il fai-da-te delle persone. C’è chi potrebbe evitare di far conoscere il risultato se positivo, il ragionamento in sintesi del prof, facendo sballare l’indagine.
Una polemica, tuttavia, su cui Griggio tira dritto. «Sono questioni che non mi competono», taglia corto. La Mediko ha importato 5 mila confezioni singole del prodotto della Hotgen, tutte donate alla Regione. E altre 5 mila sono in arrivo. All’interno delle confezioni, c’è il kit mostrato urbi et orbi da Zaia via social. Il procedimento è semplice: il bastoncino con il cotone si infila nel naso e poi lo si mette nel flacone dove c’è già il reagente. Si agita, poi alcune gocce finiscono sulla “saponetta”: se la reazione mostra due righe c’è positività.
Tipo test di gravidanza. Al termine dell’operazione si dovrebbe mandare il responso alla Regione per il tracciamento. Dovesse funzionare, per la Mediko si aprirebbe un filone di business ricco e tutto nuovo. «Mi creda non siamo spinti solo dal business, ho perso due amici per il Covid», spiega Griggio. «E poi noi siamo da più di un decennio sul mercato. Molte multinazionali della diagnostica si appoggiano a noi per la commercializzazione sul territorio. A marzo abbiamo venduto pompe per infusione all’Azienda Zero. Siamo conosciuti».
Casa e bottega
L’amministratore della Mediko Srl è Laura Dalla Pellegrina, moglie di Michele. La società è di proprietà di Michele e della loro figlia Elisa, titolari ciascuno del 50% delle quote, per un capitale sociale interamente versato di 25 mila euro.
La famiglia Griggio vive a Campodarsego, poi ci sono la sede della Mediko a Villanova e un capannone poco distante, dove dovrebbe essere stoccata la merce una volta validato il test fai-da-te dall’Iss. Dalla Cina attendono una previsione di ordini: centinaia di migliaia di tamponi e anche di più se tutto va bene.
Il prossimo step, infatti, è far arrivare dalla Hotgen il materiale sfuso per poi assemblare i singoli kit nel capannone. «Noi paghiamo anche l’aria» spiega Griggio aprendo una singola scatola. «Dentro ogni kit ci starebbe il triplo di oggetti».
La sfida è abbassare i costi. Griggio non si sbottona. Ma fa capire che il costo vivo di ogni scatola è di circa 3 euro. Il prezzo all’utente finale non è stato fissato. Ma è necessario, spiega Griggio, abbassare i costi di importazione. Ecco allora l’idea, molto nordestina, di confezionare i kit da soli partendo dal materiale all’ingrosso. «Le scatole con le diciture e il bugiardino in italiano sono già state prodotte», aggiunge Griggio.
Il sodalizio
A far conoscere la Mediko e i prodotti Hotgen alla Regione e a Rigoli è stato Marco Toson, imprenditore metalmeccanico dell’Alta padovana, ma soprattutto presidente di OpenGate China, associazione con sede a Vigonza e nata nel 2018 con l’obiettivo di promuovere le relazioni imprenditoriali fra Cina e Italia. «È lui che ha relazioni anche con la politica per questioni etiche e culturali» spiega Griggio. Un incontro fortunato, come quando il tuo avversario scivola sul pavè proprio mentre sta per scattare lungo le strade che portano a Roubaix.
A produrre e commercializzare i test rapidi, infatti, ci sono altri concorrenti: cinesi, ma anche coreani, tedeschi e statunitensi. Tuttavia, la validazione del fai-da-te, Rigoli la farà con i prodotti Hotgen importati dalla Mediko senza bisogno di un bando. «Non ce n’era bisogno, perché il prodotto è destinato al privato, a un utilizzo per la popolazione. Il dottor Rigoli è stato coinvolto semplicemente perché si è reso disponibile a testare la sensibilità del test comparandolo con i risultati del molecolare», spiega Griggio.
Nella villetta di via Bevilacqua Griggio, moglie e figlia vanno su e giù per le scale. Al piano terra un collaboratore al computer circondato da scatoloni. Quando si chiede a Griggio quando saranno disponibili i test fai-da-te al pubblico scrolla le spalle.
«Alcune settimane», sospira. Per Natale? «Sarebbe bello, ma non so. Dipende tutto dalla raccolta dei dati e dalla successiva validazione dell’Istituto Superiore di Sanità».
Siamo allo sprint. Griggio spera nel colpo di reni. —
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