Diario dalla zona rossa: gli studenti padovani raccontano le loro vite confinate

A Cura di Gianni Belloni
Foto di Riccardo Zhu, particolare
Foto di Riccardo Zhu, particolare
PADOVA. Ci stanno aprendo un piccolo varco da cui sbirciare e ci invitano a guardare nelle loro camere, nei loro giorni, leggere le loro attese e la loro pazienza. Sono le ragazze e i ragazzi che hanno risposto all'iniziativa del progetto Scholé e del Mattino di Padova inviando foto, scritti e video sulla loro vita in “zona rossa”.
 
Serve buona educazione e attenzione per guardare la delicatezza, e l'intensa tristezza, della foto di Eleonora dell'Istituto Valle – un istituto che sa essere una vera ed eccellente Scholé - o il senso di attesa che emerge dall'immagine di Paolo del Curiel o le parole dolorose di Emma, anche lei del Valle, che scrive: “ci sentiamo dispersi, avvolti dall’angoscia e dalla paura di perderci in noi stessi. Di perderci nel flusso di pensieri nei quali siamo sommersi. Di perderci nei ricordi, nei risentimenti, nei rancori“. E le tante bellissime immagini e racconti che stanno arrivando.
 
Dobbiamo essergli grati per l'autenticità e la forza con cui hanno risposto al nostro invito a raccontarsi. Dall'intensità del loro messaggio sembra quasi che stessero solo aspettando che qualcuno gli desse il via, la possibilità di raccontare questo tempo duro, muto, disorientante.
 
Raccontare è un balsamo dell'anima, una cura contro la depressione e i danni psicologici subiti dal lockdown infinito a cui sono sottoposti. Ma di questi racconti abbiamo bisogno anche noi per poter ascoltare finalmente la loro voce.
 
Non è chiaro se è perché sono pochi o perché chi si è accaparrato potere e benessere ora, in tempi di scarsità, lascia poco spazio anche solo per comunicare. O forse perché parlano sui loro social, in un mondo a parte che un po' temiamo. Fatto sta che chi si affaccia oggi alla vita sociale - i nostri adolescenti - ha poca audience ed è tenuto in ben scarsa considerazione. E la pandemia non ha fatto che ingigantire questa tendenza.
 
Scholé, un progetto selezionato dalla Fondazione “Con i Bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, nasce all'Arcella proprio per dare spazio e strumenti ai ragazzi e alle ragazze, offrirgli possibilità di immaginare e progettare delle attività e delle passioni. Dalla fotografia alla musica, dal giornalismo al stampa 3D Scholè mette a disposizione dei percorsi. Il resto, cioè quasi tutto, lo mettono loro. Ed è “tanta roba”, come si usa dire.
 
Basta leggere le parole di Emma, per rendersene conto: “Siamo strani, complicati, contraddittori, sbagliamo infinite volte, ritornando nei nostri passi tante altre. Altre volte ci perdiamo proprio e abbiamo bisogno dell’aiuto dell’altro per poter uscire dalla selva nella quale siamo immersi. Trovo sia proprio questo la bellezza dell’essere esseri umani: sbagliare e avere sempre la possibilità di migliorare, perdonare, ascoltare, accogliere, donare e cambiare, se ce lo permettiamo”.
 
Ora che dobbiamo ricostruire un mondo (e una città) fare a meno della loro voce, della loro sapienza e della loro fragilità sarebbe un errore che non possiamo proprio permetterci.
 
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COME FUNZIONA QUESTO SPECIALE
 
In questo longform pubblichiamo via via i lavori che ci arrivano, con un minimo di preselezione. Dovendoci dare un criterio, abbiamo semplicemente scelto quello alfabetico, dalla A alla Z utilizzando come riferimento il cognome degli autori dei materiali. In caso di doppia firma, useremo l'iniziale del primo cognome. In caso di lavoro collettivo, useremo il nome dato al lavoro stesso.
 
Per informazioni o segnalazioni di errori scrivete qui comunicazione_upa@cosep.it
 
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VERONICA BACCARIN, CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
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ANDREA BARCHI, CLASSE 3f ISTITUTO VALLE
 
 
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CECILIA BARZAZi 3A LICEO CURIEL
 
Il titolo del lavoro è :"L'amor che move il sole e l'altre stelle" Dante Paradiso canto XXXIII
 
 
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ALICE BENATO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
Questa immagine rappresenta un po’ come mi sento, i fili dello stendino che tengono legati a loro questi indumenti intimi simboleggiano le persone obbligate a stare a casa, a non potersi vedere e a non avere la libertà di poter fare ciò che si vuole. Le mutande datate stanno a significare il tempo della nostra adolescenza passato a stare in casa e quindi sentirsi più anziani perché non abbiamo la possibilità di fare le esperienze adatte alla nostra età
 
 
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GIULIA BENETTI CLASSE 3F ISTITUTO VALLE
 
 
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SABRINA BETTEGA, CLASSE 4F 
 
 
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PAOLO BUSETTO, CLASSE 1F LICEO SCIENTIFICO CURIEL
 
La prima foto l'ho chiamata "Orizzonte", si vede come il soggetto guardi l'orizzonte con speranza e comodità dalla propria abitazione aspettando di poter ricominciare la sua vita com'era prima.
 

La seconda lo chiamata "prison reflection", si vede come il soggetto sia all'interno della casa, voglioso di uscire all'esterno, tanto da allungare il braccio verso la finestra che però, lo blocca all'interno riflettendo ciò dove lui vorrebbe essere.

La terza lo chiamata "monotony and neutrality", si vede il soggetto appoggiato alla terrazza, rivolto verso la strada con una postura calma quasi stanca, il bianco e nero fa intendere come, ormai, il tempo passato all'interno delle proprie case sia monotono e uguale (neutro), come oramai tutto ciò che si prova e si fa in casa, è stato fatto così tante volte che non fa provare niente e quindi da un senso quasi di distacco dalla realtà. ditemi eventuali problemi o correzioni, grazie in anticipo 

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ELIO CABALLERO CLASSE 3F ISTITUTO VALLE
 
"La mia idea era quella di far vedere i luoghi in cui trascorro le giornate come se io fossi un fantasma, e dare più importanza agli spazi che rimangono immutati"
 
 
 
 
C'è anche un video, questo
 
 
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CHIARA CAMPAGNOLO E LUCA SCAPPATO, CLASSE 3F ISTITUTO VALLE
 
Il professor Andrea Sarno ci ha parlato dell'opportunità che ci ha dato di produrre un lavoro per il Mattino; ci è interessata molto perciò volevamo condividere il nostro lavoro finito, speriamo di essere ancora in tempo. 
Le allego la fotografia che abbiamo prodotto a distanza accompagnata da una breve descrizione, questa:"Dopo tutto niente potrà mai toglierci la voglia di divertirci insieme" 
 
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DANIELE CASTELLANA, CLASSE 4 BTGC
 
 
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MATILDE CECCHINATO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
 
 
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EMANUEL CRUCIANU, CLASSE 5F ISTITUTO PROFESSIONALE DI FOTOGRAFIA G. VALLE
 
La prima foto descrive la mia situazione amorosa durante la zona rossa. Essendo distante dalla mia ragazza l' unico modo di vederci era attraverso il telefono , attraverso le videochiamate.
 
La seconda rappresenta il fatto di essere quasi imprigionato dal joystick della console. Tra le poche cose che si potevano fare una di queste infatti era giocare alla console per distrarsi un po' da questa situazione drastica.
 
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FRANCESCA D'AMICO, 5F ISTITUTO VALLE
 
Frequento l’ultimo anno della scuola superiore Istituto Giovanni Valle indirizzo fotografia (5F)

Queste sbarre fredde che racchiudono una vita. Noi ragazzi, catapultati verso un universo parallelo, verso il Tabù, incatenati nel nostro spazio che consideravamo sacro e sicuro e ora ritenuto una prigionia dove il tempo ormai é incerto.

La mascherina non deve rappresentare una distanza sociale, ma una contiguità. Le mani sono state l’inizio della vita, l’inizio della rivoluzione, e per questo, se resteremo uniti, ci indirizzeremo verso una nuova esistenza.
 
 
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ELEONORA GOBBO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
 
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EMMA FAVARON ISTITUTO VALLE
 
Emma Favaron, 14 anni, studentessa dell'Istituto Valle di Padova, ha realizzato questo video nell'ambito del progetto
 
 
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EDOARDO GRASSETTO 
 
 
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ELISA LANCEROTTO CLASSE 4B ISTITUTO VALLE
 
 
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SOFIA LKAHLAOUI CLASSE 4BTGC ISTITUTO VALLE
 
 
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SOFIA LUCERI CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
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TOBIA PERAZZOLO, CLASSE 3BL ISTITUTO VALLE
 
Sono Tobia Perazzolo, uno studente della classe 3BL dell’ I.I.S. Giovanni Valle di Padova. Qui sotto troverete  un libro che ho creato, che mette a confronto la DAD e la scuola in presenza. Ho realizzato due diverse impaginazioni: A5 orizzontale e A4 verticale con alette, salvate con due programmi diversi, in PDF e INDD. Qui la versione verticale.
 
 
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EMMA PIVA
 
 
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PODCAST CLASSE 2G ISTITUTO SCALCERLE: IL RITORNO ALLA (A)NORMALITA'
 
Ecco l'elenco degli studenti della 2G IIS P Scalcerle che hanno prodotto il podcast che potete ascoltare qui sotto: Giulia Amistà Matteo Berlose Francesca Bettella Alessia Bilato Francesca Cavallo Sofia Dainese Leonardo Darini Hiba Farah Benedetta Franchetti Anastasia Franco Manuela Gherghelas Rebecca Giacomini Sabrina Gugelmetto Margareth Eden Marpa Alice Miolo Achille Mocanu Francesco Mogno Alessia Moro Nicolò Pavin Alessandro Slusarenco Edoardo Spoladore Pietro Tartaro Andrea Taurelli Emma Tosato Daniel Uzegbu Alessia Zandonà Noemi Zoe Zilio 
 
 
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PODCAST CLASSE 2G ISTITUTO SCALCERLE: LE COSE CHE FANNO LA QUARANTENA
 
"Le cosa che fanno la quarantena" è titolo del nuovo podcast dell'Istituto ScaLcerle di Padova. Lo ha realizzato la classe 2 G con Anastasia Franco, Noemi Zoe Zilio, Giulia Amistà, Benedetta Franchetti, Alessia Bilato, Rebecca Giacomini nell'ambito del progetto "Diario della zona rossa" di Scholé e Mattino di Padova.
 
 
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ISABELLA RAMINA, CLASSE i ISTITUTO VALLE

 
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REBECCA RIZZO, CLASSE 4 BTGC ISTITUTO VALLE
 
 
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TANIA SALVALAIO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
 
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GIACOMO SANCO 3F ISTITUTO VALLE
 
 
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ANDREA SANTELLO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
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NICOLE SEMENZATO CLASSE 4F ISTITUTO VALLE
 
 
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ELENA SIMONATO 4F ISTITUTO VALLE
 
 
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SILVIA TRESOLDI CLASSE 4BTGC ISTITUTO VALLE
 
 
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JESSICA VIGO, CLASSE 4F ISTITUTO VALLE

" L'amicizia supera le barriere e sa aspettare tempi migliori..."

 
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MILENA YURCHYSHYN CLASSE iiB ISTITUTO VALLE

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MADDALENA ZANOTTO 

Dall'anno scorso cosa è cambiato? Beh nulla si risponde Maddalena Zanotto, 18 anni, studentessa dell'Istituto Valle di Padova e autrice di questo video in cui racconta una giornata tipo con le scuole chiuse, dalla sveglia alla Dad attraverso pranzo, allenamento a palestre chiuse, compiti tripli, cena e relax prima di andare a letto.

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RICCARDO ZHU 

 

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