Disponibili 436 posti di specializzazione in più a Padova e Verona per i laureati in Medicina
La bozza per il prossimo anno accademico: gli incrementi più sensibili sono previsti nei settori maggiormente impegnati nella lotta al Covid

PADOVA. Verrebbe da dire che c’è voluta una pandemia. Finalmente trova una risposta la carenza endemica di medici specialisti in Italia e, soprattutto, in Veneto. Una situazione paradossale, che si è mostrata in tutta la sua assurdità nei mesi della diffusione del Covid. Ma, in realtà, anche prima, con specialisti ormai in pensione richiamati in fretta e furia in ospedale, all’occorrenza. E, dall’altra parte, neolaureati in Medicina, bloccati di fronte alla scritta “Non ammesso”, vicino al loro nome, nelle graduatorie per accedere alle specialistiche.
L’anno scorso sono stati circa 11 mila, sui 20 mila partecipanti, i neodottori a essere rimasti esclusi dal percorso successivo alla laurea. In molti casi, “parcheggiatisi” per un anno, in attesa di un nuovo, più fortunato, tentativo; e magari un altro ancora, in un estenuante “braccio di ferro” con il test di ammissione.
Una situazione conosciuta, denunciata più e più volte, forse finalmente ascoltata. Lo mostrano le bozze della ripartizione delle borse statali delle specialistiche in Medicina, per il prossimo anno accademico, che certificano un aumento di ben 5. 400 posti su scala nazionale, 436 nel solo Veneto. Parlando di singole Università, l’anno scorso le borse statali a disposizione per gli specializzandi di Padova erano 423 (più 60 regionali e 41 speciali, per un totale di 524), quest’anno dovrebbero essere 681. I neolaureati nello stesso ateneo che avevano provato ad accedere, con graduatoria nazionale, erano stati 532. I numeri di quest’anno dovrebbero essere ancora più alti.
A Verona le borse statali erano 315, mentre quest’anno dovrebbero essere 493. Parlando a livello nazionale, si è passati da 8 mila (8.800 considerando anche le altre tipologie di borse) a 13.400 posti statali. A fronte di una richiesta che potrebbe comunque escludere 10 mila laureati e, lamentano gli specializzandi, una capacità ricettiva della rete formativa inferiore alle 11 mila borse.
Dalla lettura dei dati, emerge lampante l’ammissione delle proprie falle da parte del sistema sanitario; una sensazione diventata evidenza in questi mesi di emergenza. E proprio per questo i numeri principali delle borse – lo ripetiamo, trattandosi di una bozza, le cifre sono passibili di aggiustamenti – si concentrano soprattutto nelle aree protagoniste durante l’emergenza Covid, quindi più in affanno.
Per questo all’Università di Padova le borse previste per Anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore costituiscono quasi un decimo del totale dei posti a disposizione: 65 su 681. L’anno scorso erano solo 40, considerando anche le borse regionali e statali. A Verona, i posti sono invece 64. Con un programma di formazione di 129 medici che lavoreranno nelle terapie intensive, i reparti “sfondo” degli ultimi mesi.
E si spiegano allo stesso modo i 54 posti statali previsti a Padova per la Medicina di emergenza e urgenza (l’anno scorso, sempre comprendendo anche le altre borse, erano solo 43); 41 a Verona. Numeri che si ripetono a livello nazionale, con i 1.564 posti per Anestesia e rianimazione e gli 858 per Medicina di emergenza e urgenza.
Quest’ultima, atta a formare i futuri medici di pronto soccorso, che per la maggior parte studieranno a Padova, dove l’Università raccoglie il maggior numero di posti in tutta Italia. Sempre nell’ateneo patavino torna poi la specialistica di Malattie infettive e tropicali (5 posti), l’anno scorso non accreditata, si dice per mancanza di alcuni requisiti. Rimanendo a Padova, i neolaureati potranno concorrere per 35 posti a Chirurgia generale (32 a Verona), per altrettanti a Medicina interna (24 a Verona), per 37 a Pediatria (26 a Verona). Per un totale di 47 percorsi a Padova e 37 a Verona.
Con alcuni settori che sono appannaggio dei singoli atenei: per il primo, Audiologia e foniatria, Chirurgia pediatrica, Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, Chirurgia toracica, Chirurgia vascolare, Genetica medica, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina di comunità e delle cure primarie, Medicina nucleare, Radioterapia e Scienza dell’alimentazione. Per l’ateneo scaligero, solo Chirurgia maxillo-facciale, con 9 posti. —
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