«Don Renato si vergogni» La Lega contro il parroco

CAMPOLONGO MAGGIORE. «Don Renato si vergogni e chieda scusa». Il leghista Filippo Busin, capogruppo della Lega Nord in commissione finanze della Camera dei deputati, si sente offeso dalle parole...

CAMPOLONGO MAGGIORE. «Don Renato si vergogni e chieda scusa». Il leghista Filippo Busin, capogruppo della Lega Nord in commissione finanze della Camera dei deputati, si sente offeso dalle parole rivolte dal parroco di Liettoli di Campolongo al funerale di Giuseppe Baldan, l’autista dell’autocisterna morto a Ca’ Emo di Adria lunedì scorso.

«Non è tollerabile che un religioso si esprima con tale inutile violenza contro una categoria di persone» spiega il parlamentare leghista. «Nel suo sfogo ingiustificato ha cercato un facile capro espiatorio, dimenticando, in primo luogo, il dolore delle famiglie e che la Procura sta indagando sulla sicurezza violata. Aggiungo che ritengo il suo intervento del tutto fuori luogo, atto solo a esacerbare gli animi. Ci sono politici ladri e preti pedofili, basta questa consapevolezza a lanciare volgari e violenti anatemi di condanna a un'intera categoria?»

La domanda di Busin al parroco è chiaramente provocatoria e chiede una risposta. Ma cosa aveva detto don Renato? Dal pulpito della chiesa di Campolongo, durante la cerimonia dei funerali di Giuseppe Dino Baldan, aveva tuonato:

«I politici hanno bevuto il sangue di questi ragazzi, è meglio che si leghino una macina al collo e si buttino in mezzo al mare. Fanno le leggi, ma poi piuttosto che farle rispettare mi pare preferiscano salvaguardare i loro interessi. Con i vitalizi dei consiglieri regionali quanti controlli sulla sicurezza si potrebbero fare?».

La violenta frecciata del sacerdote ha provocato, naturalmente, opposte reazioni: chi sostiene il suo sfogo, chi invece ne contesta l’appropriatezza in un contesto del genere. La tragedia di Ca’ Emo, una frazione di Adria, ha scosso nel profondo tutto il Veneto e l’intera Italia: lunedì scorso quattro operai sono morti uccisi dalle esalazioni di anidride solforosa sprigionatisi da un vascone dove un autista stava versando dell’acido solforico attraverso una condotta. La Procura di Rovigo ha aperto un’inchiesta recapitando un avviso di garanzia ai legali rappresentanti dell’azienda Coimpo e AgriBiofert e ai responsabili della sicurezza. Il sostituto procuratore ha parlato sin dalle prime ore di mancato rispetto delle procedure di sicurezza.

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