Drogata e poi stuprata, «Erano amici di amici: mi sono fidata. Che incubo»
La drammatica testimonianza alla polizia della ragazza vittima di violenza a Conegliano: una normale serata in compagnia si è trasformata nell’orrore
«Erano amici di amici, di persone conosciute, per questo, anche se non li avevo mai frequentati prima, mi sono fidata e li ho seguiti»: è per questo che la giovane, come ha raccontato agli investigatori, all’inizio di quella serata da incubo non aveva avuto il presentimento che le potesse accadere qualcosa.
Non conosceva dunque i due immigrati africani, però sapere che li conoscevano bene alcuni amici fidati l’ha spinta ad accettare quell'invito. L'abitazione dove si è consumata la violenza non risulta in affitto ai due arrestati, ma è nella loro disponibilità di fatto. Forse lì avevano già organizzato altri agguati del genere.
Mix di stupefacenti
La droga ha fatto sballare la giovane come non le era mai accaduto e ha temuto per la sua vita quando è stata minacciata con un coltello.
«Si è ritrovata in uno costrizione anche per aver assunto delle sostanze psicotrope», in pratica non era più lucida, fanno sapere gli investigatori. E in quelle condizioni non ha potuto fare altro che provare a ribellarsi e poi subire, per salvarsi.
Dopo essere riuscita a tornare a casa, la donna per qualche ora ha ripensato all'accaduto, chiedendosi il perché, forse sentendosi un po' in colpa poichè si era fidata di quelli che per lei erano alla fine degli sconosciuti.
Il giorno dopo
Lei, 29enne sensibile e fragile, con forza d'animo il giorno successivo si è rivolta alla polizia, denunciando la violenza. Anche perché aveva il timore che i due potessero fare di nuovo del male, a lei o altre donne. Non è stato facile per la ventinovenne dover raccontare agli inquirenti gli abusi subiti, è stato come dover rivivere la tremenda angoscia vissuta poche ore prima.
Il suo coraggio nel circostanziare e dettagliare anche particolari che voleva comprensibilmente dimenticare il prima possibile, è stato importante per le indagini, per individuare i responsabili.
L’indagine
Quanto ha raccontato è stato riscontrato, in un'indagine articolata, come è stata definita dagli stessi investigatori, che hanno tenuto il massimo riserbo sulla vicenda. A essere ancora più vicina e di conforto alla ventinovenne c'è la mamma, che vuole proteggerla, anche lei turbata per la violenza di cui è rimasta vittima la figlia. Una vicenda che ha sconvolto non solo la vita della ragazza, ma anche di chi le sta vicino.
L’aiuto della mamma
La ventinovenne è tuttora provata, ma sapere che adesso i due mostri sono dietro le sbarre e la mamma la sostiene, la può rincuorare. Non potranno più mettere le mani addosso ad altre ragazze e nemmeno distribuire stupefacenti.
Lo spaccio e l'utilizzo di droga, una piaga sempre più diffusa nel Coneglianese anche tra i minorenni, è stato l'innesco della violenza. Non solo come aggravante per aver reso inerme la donna, ma probabilmente la “coca” ha acceso gli animi anche della coppia di trentenni.
Gli aggressori
I due stupratori sono finiti sotto indagine anche per la cessione di sostanze. Erano già conosciuti per aver passato guai con la giustizia nell'ambito degli stupefacenti. L'ultima vicenda di stupro e droga a Conegliano era approdata in tribunale lo scorso maggio.
Riguardava un pizzaiolo cingalese 49enne condannato con rito abbreviato a 4 anni e 8 mesi di reclusioni per violenza sessuale nei confronti di due tredicenni.
Le ragazzine erano state convinte a fumare degli spinelli e poi chiuse a chiave in un garage, obbligate a consumare dei rapporti. Il cingalese aveva sostenuto di aver fornito ospitalità alle due ragazze e in cambio ottenuto i favori sessuali. —
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