Due mesi fa una lettera di accuse alla gestione

TREVISO. Il passaggio di consegne in Fonderia, con l’ingresso nel quartiere della movida del Rdka club e dei suoi tre gestori, non è stato così tranquillo.
Dietro le quinte di un locale scintillante, curato, che replicava a Treviso le strategie che avevano decretato il successo di altre sale - come il King’s a Jesolo, Storya a Santa Giustina in Colle nel Padovano, Playa Loca a Castelfranco, Amis nel Vicentino (tutte gestite dalla stessa cordata che ha aperto il Rdka: Alex e Thomas Visentin e Riccardo Checchin) c’era infatti un clima avvelenato.
A dimostrarlo una lettera firmata, inviata mesi fa alle forze dell’ordine e alla prefettura, in cui si puntava il dito contro il nuovo locale e i suoi gestori. Una lettera in cui si prendeva di mira il Radika sotto vari punti di vista e con toni tutt’altro che semplicemente provocatori. Nella missiva si chiamavano in causa presunti abusi edilizi, problemi relativi ai bilanci, alla documentazione del locale ma anche alla storia che aveva fatto sbarcare a Treviso i nuovi gestori. Una missiva densa di rabbia, che non è passata inosservata e che oggi, alla luce di quanto successo la notte scorsa, assumerebbe una nuova rilevanza.
Dopo averla ricevuta, a quanto trapela, sarebbero stati fatti una serie di accertamenti, ma non è chiaro se ci siano stati riscontri alle accuse formulate. Vero è che a novembre (pare nello stesso periodo in cui venne spedita la lettera), il locale è stato chiuso dalla questura per la mancanza di un permesso. Che ad accelerare le verifiche sia stata la stessa missiva? Tutto da vedere.
Di certo, anche se la lettera contenesse suna serie di falsità e di calunnie, testimonia però di un clima tutt’altro che tranquillo in Fonderia.
A prendere le difese dei gestori è il proprietario di tutto lo stabile, Paolo Camolei, ex assessore al Commercio di Treviso, ieri accorso in Fonderia per verificare di persona quanto successo nell’immobile che è adiacente anche alla sua azienda di colori. «I titolari del locale sono persone perbene, professionisti che da anni fanno questo lavoro con successo», sottolinea, «basta vedere quanti e quali altri locali hanno in Veneto. Le ragioni di un simile gesto? Purtroppo», prosegue l’ex assessore, «a questo mondo è facile che chi lavora meglio di altri possa essere preso di mira. Il mondo dei locali poi, si sa, è contraddistinto da una grande concorrenza. Speriamo che venga chiarito tutto quanto prima e ringraziamo le forze dell’ordine se l’attentato incendiario non ha avuto conseguenze più gravi».
I titolari, Alex e Thomas Visentin di Camposampiero e lo jesolano Riccardo Chechin, ieri escludevano tensioni o minacce precedenti, ma non è chiaro se siano a conoscenza della lettera inviata alle forze dell’ordine nei mesi scorsi, poco dopo l’apertura del locale e l’avvicendamento con i vecchi gestori.
In Fonderia, ieri, tanti bisbigli e bocche cucite davanti ai nastri tesi dalla polizia che hanno posto sotto sequestro la struttura per procedere con tutte le indagini sull’accaduto. —
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