E’ morto Andrea Donà dalle Rose

Il vicepresidente del Gruppo Marzotto è morto a 76 anni, apparteneva a una delle due famiglie della nobiltà veneziana 
Carlo Mion

VENEZIA. Andrea Donà dalle Rose, vice presidente del Gruppo Marzotto, è morto a 76 anni. Apparteneva a una delle due famiglie Donà della nobiltà veneziana. Oltre ai “dalle Rose” la storia della Serenissima è stata caratterizzata dalla famiglia “dalle Trezze”. Tra gli antenati di Andrea, discendenti diretti della famiglia, anche tre importanti dogi veneziani tra i protagonisti che siglarono la pace tra Venezia e il Papa: Francesco nel 1545, Leonardo nel 1608 e Nicoló nel 1640.

Il legame di Andrea Donà dalle Rose con i Marzotto è dovuto al padre Leonardo, che in prime nozze aveva sposato Italia Marzotto figlia di Gaetano junior, il “rifondatore” dell’impero tessile vicentino. Gaetano junior riuscì a ricompattare in un’unica società le attività industriali laniere. Decise inoltre di diversificare le proprie attività, destinando crescenti risorse finanziarie alla valorizzazione della tenuta di Villanova-Portogruaro, da cui nacque una conglomerata tessile, agroalimentare (Cantine Santa Margherita) e vetraria (Industrie Zignago). Iniziò infine nel 1949 l’ambizioso progetto di creare una catena di alberghi turistici (la Compagnia italiana dei Jolly Hotels). È tra queste aziende che troviamo, a muovere i primi passi, il giovane Andrea Donà dalle Rose.

Italia Marzotto, detta Ita, morta nel 2000 era sorella di Giannino, pilota automobilistico, altra figura di spicco della dinastia di industriali della valle dell’Agno. E diventati conti grazie ai servigi offerti alla Patria, durante il Ventennio. Leonardo, morto a 96 anni nel 2019 al Lido di Venezia, aveva avuto, oltre ad Andrea, primo genito, tre altri figli: Rosanna, Marco e Isabella. Tutti e quattro sono nati a Valdagno. Andrea, cresciuto respirando l’aria dell’azienda del nonno, diventa ben presto il predestinato a guidare l’impero che stava nascendo. Scuole in Francia, primi incarichi nelle aziende del gruppo e poi sempre più su, fino a diventare il vice presidente.carlo mion

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