È morto Maurizio De Luca, ex direttore del nostro giornale

PADOVA. Si è spento lunedì 5 maggio, nella sua casa romana, il giornalista Maurizio De Luca. Fiorentino purosangue, aveva 71 anni, due figli, Simona e Jacopo, quattro nipoti, una moglie amatissima - Gabriella - e una grande, autentica passione per «il mestiere di cronista», il mestiere di una vita.
«Un mestiere di verità», così lo definiva, animato da quattro parole a lui care: etica, legalità, libertà e democrazia. Iscritto all'albo dal 1970, De Luca scrisse il suo articolo d'esordio per La Nazione di Firenze. Quindi iniziò a lavorare con incarichi di responsabilità a Panorama «quello vero» come lo chiamava lui, «quello diretto da Lamberto Sechi», e poi al Mondo di Arrigo Benedetti. Nel 1979 il salto a L’Espresso come capo del servizio politico, divenendo poi caporedattore e vicedirettore.
E proprio dalla redazione di via Po seguì in prima persona tutta la vicenda del crac Sindona e lo scandalo della P2 di Licio Gelli. Nel 1989 la nomina a direttore dei giornali veneti (il mattino di Padova, la Nuova Venezia e la tribuna Treviso) del Gruppo Espresso, incarico durato cinque anni, e poi a direttore editoriale dei giornali locali del Gruppo Espresso e dell’agenzia Agl, De Luca è stato anche direttore de la Città di Salerno, dal 2002 al 2004. Grande il suo impegno civile a difesa delle legalità e nella lotta antimafia negli anni di Tangentopoli e della guerra a Cosa nostra, impegno che gli valse il Premio Borsellino nel 2009 ed anche il Premio Nonino per il giornalismo. Proprio ritirando la targa dedicata al magistrato siciliano ucciso dalla mafia in via D'Amelio, Maurizio De Luca tornò a ricordare «con emozione le tante persone che non ci sono più soltanto perché hanno fatto il loro dovere: Falcone, Borsellino, Walter Tobagi, Emilio Alessandrini» ma anche «Giorgio Ambrosoli» disse ricordandone le personalità «limpide e attraenti» di un borghese ucciso dai killer pagati da Sindona scappato a New York.
La malattia che da qualche tempo lo affliggeva non gli aveva tolto la voglia di scrivere e nel 2013 era uscito il suo ultimo libro intitolato «Caselli-Ingroia, vent’anni contro». Dal 2010, nei panni di storico tifoso dei «viola», dirigeva anche la testata on line Fiorentina.it, ieri in lutto dopo aver pubblicato la notizia della morte di De Luca. Oltre al giornalismo e al calcio, coltivava una grande passione per il teatro e l’opera lirica. Centinaia i messaggi di amici e colleghi giunti ieri alla famiglia anche via Facebook, appena si è diffusa la notizia. Tra questi quello di Sandra Bonsanti, toscana come lui, per molti anni firma ed editoralista della Repubblica di Eugenio Scalfari, poi direttrice del Tirreno e oggi presidente dell'Associazione Libertà e Giustizia, dopo la sua attività di parlamentare. «Se ne è andato Maurizio De Luca, uno dei giornalisti più seri, liberi che io abbia conosciuto e un amico di tutta la vita», si legge nel suo post. I funerali si svolgeranno oggi alle 15 nella chiesa di San Roberto Bellarmino, a Roma
Nella foto qui sotto un'immagine della redazione del mattino di Padova alla fine degli anni Ottanta.
I funerali martedì 6 maggio a Roma, a San Roberto Bellarmino in piazza Ungheria, con inizio alle ore 15.
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